Su una Sardegna duramente provata dall’epidemia Covid-19 cade un’altra tegola. Mentre nella provincia di Sassari i focolai negli ospedali e nelle case di cura per anziati hanno portato il tasso percentuale di contagiati rispetto alla popolazione a livelli superiori a quelli del sud Italia e vicini ai numeri delle province del centro-nord, ieri la compagnia di navigazione Tirrenia ha bloccato tutti i collegamenti. Decisione valida anche per la Sicilia e per le isole Tremiti. Restano a terra i passeggeri e le merci, comprese quelle farmaceutiche e alimentari. Sia in Sardegna sia in Sicilia, l’accesso è da alcune settimane contingentato per effetto di decreti anti Covid-19 emanati dalle rispettive giunte regionali. Ora arriva un ulteriore stop, con conseguenze che è facile immaginare.
La notizia del blocco dei traghetti è stata data ieri dalla Cin, la società attraverso la quale l’armatore napoletano Vincenzo Onorato, proprietario della Moby Prince, ha acquisito dallo stato il controllo della Tirrenia. E viene motivata come conseguenza del sequestro conservativo sui conti correnti della stessa Cin disposto ieri dai tre commissari della Tirrenia – in amministrazione straordinaria dall’agosto 2010 – Gerardo Longobardi, Beniamino Caravita e Stefano Ambrosini.
Acquisendo la Tirrenia nel 2012 Onorato si è assicurato il controllo di una quota largamente maggioritaria dei principali trasporti marittimi nazionali. Gestisce con la Tirrenia le rotte in continuità territoriale con la Sardegna, con la Sicilia e con le isole Tremiti, incassando per questo un cospicuo contributo pubblico. L’acquisizione dell’ex compagnia statale ha lasciato però diverse questioni aperte. In sostanza, i commissari contestano a Onorato un debito non pagato legato all’acquisto. L’armatore replica che è tutto in regola. La vicenda si trascina da anni, anche in sede legale. Ieri l’ultimo capitolo: alla vigilia della scadenza della convenzione pubblica per la continuità territoriale, i commissari hanno fatto la loro mossa e in risposta Onorato ha fermato i traghetti. «In questo momento critico – dice la società dell’armatore – ci è stato comunicato il sequestro conservativo sui conti correnti di Cin. Teniamo a precisare che la società è liquida, ma che il blocco dei conti correnti impedisce l’operatività e lo svolgimento del servizio».
La risposta del governo Conte punta a tranquillizzare: i collegamenti saranno assicurati sostituendo le navi Tirrenia con quelle di altre compagnie. «Attraverso altri armatori – si legge in un comunicato dei ministeri dei trasporti e dello sviluppo economico – non ci saranno problemi di trasferimento delle merci, in particolare alimentari e farmaceutiche, e di collegamenti per i passeggeri». A breve i due ministeri convocheranno i commissari Tirrenia e la Cin «in maniera che possano essere tutelati tutti gli interessi».
Molto preoccupati i sindacati. Ci sono circa 500 marittimi naviganti – su un totale di 1.500 dipendenti – che sono a bordo delle navi in attesa che si sblocchi la situazione. «È un’azione assolutamente irresponsabile da parte dei commissari – commenta il segretario nazionale Filt Cgil Natale Colombo – non ci riferiamo alla legittimità dell’azione, ma alle conseguenze sull’operatività della compagnia. La continuità territoriale è un diritto costituzionale. Il governo scandisca le priorità rispetto a questa emergenza nell’emergenza».