GET READY

USA, 2019, 3’44”

musica: Black Eyed Peas

regia: NOMSG

giudizio: classico

Lo sfondo è un semplice muro di mattoni, davanti al quale si disegnano le sagome di will.i.am., apl.de.ap. e Taboo, che saltando e restano sospesi in aria grazie al ralenti e al reverse. Si creano fino a tre livelli, con le figure a fuoco o sfuocate (sono queste le sequenze più belle). A movimentare l’inquadratura fissa sono però gli interventi di grafica animata, una sorta di graffiti e di street art virtuale. Solo nell’ultima parte di Get Ready passiamo dal colore e dal bianco e nero, e muta anche il muro di fondo). Un music video assolutamente in linea con l’estetica urbana dei musicisti hip-hop californiani; un clip che non si inventa nulla ma che si lascia guardare piacevolmente.

COLORS

USA, 2018, 4’24”

musica: Beck

regia: Edgar Wright

giudizio: magico

Un notevole esempio di come un video coreografico si possa coniugare perfettamente con un’impostazione sperimentale. Il musicista statunitense, in coppia con Alison Brie (entrambi in bianco e nero), danzano per tutta la prima parte con performer che indossano tute blu, ma a questo colore ben presto si aggiunge il giallo e, gradualmente, la gamma cromatica si arricchisce dando vita a una seducente partitura ritmico-visuale, con suggestioni provenienti dal Bauhaus (Schlemmer). Tra i procedimenti adottati per ipnotizzare lo spettatore: l’inversione intermittente sfondo/figura, l’immagine che ne contiene un’altra (come in Seven Nation Army dei White Strips), coreo-scenografie ottenute inquadrando i corpi dall’alto (sul modello dei musical di Busby Berkeley).

EPITAPH

Irlanda, 2018, 6’40”

musica: God Is An Astronaut

regia: autore ignoto

giudizio: bello

Molti video musicali si basano sull’immagine fotografica, ma Epitaph è probabilmente il clip emotivamente più forte che si sia mai visto. I materiali sono tutte foto dell’inizio del XX secolo provenienti dall’archivio di Stanley B. Burns e documentano la morte di alcuni bambini: queste tragiche immagini in bianco e nero ci vengono presentate con panoramiche ravvicinate e con una luce pulsante che ce le rende “vive” e tridimensionali. Ne viene fuori un catalogo di orrori quotidiani accompagnati dalla musica strumentale che ha momenti di crescendo “Volevamo che il video catturasse l’orrore” – hanno spiegato i componenti della band irlandese – “il sentimento straziante e l’oscura realtà di una morte prematura. Dolore e sofferenza, dalla vulnerabilità ed innocenza dell’infanzia fino al momento in cui viene annunciata la terribile notizia per poi arrivare alle conseguenze di una famiglia alle prese con una perdita tragica”.

SONO COME TU MI VUOI

Italia, 2007, 3’35”

musica: Irene Grandi

regia: Lorenzo Vignolo

giudizio: cult

Per questa cover di un pezzo cantato da Mina nel 1966, Lorenzo Vignolo ha scelto un’ambientazione che ricorda il classico studio televisivo italiano anni ’60-’70 con una scenografia minimale come negli show di Antonello Falqui. Il tutto è reso molto bene anche grazie alla fotografia in bianco e nero di Paolo Bellan. Irene Grandi – fasciata in un elegante abito bianco – canta il brano lanciato dalla Tigre di Cremona, camminando tra file di spettatori seduti, vestiti in abiti vintage. Nel pubblico si riconosce il giornalista musicale e conduttore Red Ronnie.