Tra gli anni Trenta e Quaranta del Novecento, l’America è riparo estremo per gli immigrati del vecchio continente. Mentre l’Europa è sconvolta, e gli ebrei percorrono strade strettissime tra la sopravvivenza e il suo contrario, il nuovo mondo richiama a sé profughi e scampati, soprattutto dai ghetti orientali. Tra loro, Hertz Minsker, apolide, figlio di un maestro delle Scritture, nato in Russia e transitato per le più sfavillanti capitali d’Europa. Una figlia a Varsavia, un figlio ad Avignone, Hertz arriva a New York nel 1940. Porta con sé la sua personalità inarginabile, un continuo trasgredire di soglie, e travasi ininterrotti...