Nell’anno del centenario dello scoppio della Prima guerra mondiale, le celebrazioni dell’armistizio dell’11 novembre avrebbero potuto essere l’occasione per commemorare in Europa una storia condivisa per dire “mai più” al massacro, che all’inizio del secolo scorso fece più di 18 milioni di morti, tra militari e civili. Ma ieri, François Hollande era ben solo a Notre Dame de Lorette, nel Pas de Calais. Nel pomeriggio, dopo la cerimonia all’Arco di Trionfo a Parigi (in memoria di tutti i “morti per la Francia”, tra cui i sette militari deceduti quest’anno nelle guerre in Africa), il presidente ha inaugurato vicino a Ablain Saint-Nazaire un monumento dedicato ai caduti sul fronte della Fiandre francesi e dell’Artois, che avrebbe potuto riunire gli europei in un momento di dubbio sulla costruzione europea e di nazionalismi risorgenti, incarnati nella crescita un po’ dappertutto di partiti anti-europei di estrema destra. Ma i paesi invitati hanno preferito essere rappresentati solo a livello ministeriale. Né Angela Merkel, né David Cameron hanno risposto all’invito di Hollande. Merkel perché aveva appena festeggiato i 25 anni della caduta del Muro di Berlino, avvenimento molto più consensuale, mentre la Gran Bretagna ha previsto di organizzare in Francia, nel 2016, una cerimonia per ricordare la battaglia della Somme, che cent’anni dopo resta ancora un dramma nella memoria britannica.

L’Anello della memoria — un grande anello sospeso di placche d’acciaio di 345 m. di perimetro — è un monumento unico: sono incisi, in ordine alfabetico, i 579.606 nomi dei caduti su questo fronte di 90 km, senza distinzione di nazionalità né di grado. Sono ragazzi che venivano da una quarantina di paesi, Francia, Gran Bretagna, Germania, Belgio, Portogallo, Russia, Stati uniti e dalle colonie dei paesi europei. Sono stati inviati a combattere su fronti opposti, per ragioni politico-economiche che non li riguardavano personalmente, per difendere interessi di classi dirigenti avide e aggressive. L’Anello della Memoria, opera dell’architetto Philippe Prost, sorge vicino alla necropoli dove sono sepolti 45mila soldati francesi, morti anch’essi nel grande massacro europeo della Prima guerra.

Non è stato facile per il comitato scientifico che ha realizzato l’opera ottenere l’accordo dei paesi coinvolti. In particolare, la Gran Bretagna si è fatta pregare per consegnare le liste dei caduti nelle Fiandre, che sarebbero stati ricordati in ordine alfabetico accanto ai nemici tedeschi. Colpiscono le serie di nomi simili o eguali, al di qua e al di là di un confine, di cittadini di paesi diversi costretti a combattersi tra loro. Hollande vorrebbe che l’Anello della Memoria fosse un “messaggio di speranza eminentemente attuale per tutti coloro che lottano oggi perché la pace e il diritto trionfino dappertutto nel mondo”. Ma la stessa Europa non sembra essere in grado di ricordare assieme il massacro per trarne una lezione per il presente. All’inizio di quest’anno, addirittura, la Commissione aveva deciso di rinunciare a una celebrazione comune del centenario dell’inizio della Prima guerra mon­diale. C’è stato un incontro a Sara­jevo, a giugno, passato un po’ in sor­dina, poi qualche progetto locale. Ma nessuna celebrazione comune di un certo rilievo, come se ancora cent’anni dopo, in un periodo di crisi, gli europei non riuscissero a superare le tragiche divisioni di allora. Ogni paese pensa a se stesso, ai propri morti nel più grande massacro della storia europea. Ancora oggi la guerra minaccia in Europa, conseguenza del conflitto di allora, non ancora risolto malgrado il successivo massacro del ‘39-‘45. La Francia al Musée de l’Armée a Parigi ha aperto uno spazio dedicato ai fucilati, i 639 soldati che sono stati condannati a morte per disobbedienza, che possono essere considerati tra i primi europeisti, coloro che hanno rifiutato di combattere contro  altri europei. Ma per Hollande, in piena tempesta per la sfiducia dell’opinione pubblica (e paradossalmente impantanato nella trappola degli scandali della destra), neppure l’inaugurazione dell’Anello della memoria è stato un momento tranquillo: poco prima dell’arrivo del presidente nella Fiandre, un aereo da turismo ha sorvolato il monumento ai morti, con uno striscione: “Hollande dimissioni”. Era pilotato da uno dei leader del movimento anti-matrimonio omosessuale.