Tra la metà dell’800 e i primi decenni del nuovo secolo era tutt’altro che raro che nei salotti borghesi d’Europa come degli Stati Uniti si affermasse con estrema convinzione dell’esistenza di «fantasmi» e altre «presenze» non proprio percepibili nell’esperienza quotidiana. Eppure, il punto era proprio questo: in base alla cosiddetta «religione scientifica» dell’epoca si riteneva che tutto ciò fosse non solo visibile, ma addirittura riproducibile attraverso i moderni ritrovati della fotografia, una tecnica inaugurata del resto pochi decenni prima e che ancora si muoveva in linea con le avanguardie artistiche e la sperimentazione più coraggiosa. Né mancava chi, come Sir...