Che Halloween stia per «All Hallows Eve», espressione di origine scozzese, ovvero Vigilia di Ognissanti, ormai dovrebbe essere chiaro e che la ricorrenza si ricolleghi all’antica festività celtica di Samhain, andrebbe ricordato a chi grida che la festa del demonio è tutta di importazione oltre oceanica come il Black Friday – che è un’altra storia. Per saperne è disponibile nel sito inglese Public Domain Review l’imperdibile Book of Hallowe’en di Ruth Edna Kelley, considerato il primo libro di storia sul tema, dal folgorante attacco: «Quante volte la Chiesa ha travasato il vino nuovo del cristianesimo nelle vecchie bottiglie del paganesimo».

Quel che è certo è che in un lustro le feste per i bambini si sono moltiplicate e anticipate di un paio di week end rispetto al 31 ottobre, come gli spot di snack vestiti all’uopo di arancione e nero e i pomeriggi di intarsio zucche offerti da vivai che, nell’estate infinita 2023, somigliano sempre più ai set californiani; quelli dove star e teenager in short si fanno selfie tra foglie gialle e i riccioli di volenterose cucurbitacee che sembrano uscite dall’orto di Cinderella pronte a trasformarsi in carrozze dorate. Ovviamente più la celebrazione attecchisce più la polemica avanza, e fioccano su Instagram foto di avvisi parrocchiali fake e non che minacciano anatemi a chi verrà sorpreso a reclamare dolcetti dietro la minaccia di scherzetti.

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Perché la Chiesa ha paura di Halloween?CADE QUEST’ANNO Halloween con la sua iconografia granguignolesca nel mezzo della comunicazione dell’orrore bellico da Est e Medio oriente e delle sue cronache vere di irricevibile truculenza. C’è un pudore nuovo nel 2023 nell’indossare collari che simulino la ferita rossa della ghigliottina o i colpi inferti da accette di zombie, pure nella consapevolezza che il sangue scorre sempre e da sempre, come sempiterna è la paura del consumo che è alla base dei riti per rintuzzare l’arrivo del buio e quel che ci evoca. Quindi anche se è il merchandising a ricordarcelo, svolgendo il ruolo che è già stato della religione, i giorni d’ottobre in cui le notti si allungano diventano quelli del carnevale autunnale dove fare i conti con la paura.
Se ne accorgono case editrici e discografiche, oltre alla programmazione delle serie televisive. Con irrispettoso parallelo zombie va ricordato lo sbandierato ritorno a tema Halloween, il 27 ottobre scorso, dei Duran Duran con le 13 tracce dell’album Dance Macabre (definito il loro «ultimate Halloween Party») fatto di cover (tra cui Psycho Killer dei Talking Heads e Spellbound di Siouxsie and the Banshees ), tre pezzi nuovi e molte collaborazioni come quella con Victoria De Angelis bassista dei Maneskin, che potrebbe avere come nonno il frontman Le Bon che le adolescenti negli anni Ottanta sognavano di sposare.

SE IL CINEMA nel fine settimana prima del ponte dei Morti non trova di meglio da proporre che il decimo capitolo di Saw, Prime e Netflix sono un tripudio di uscite puntuali (persino un ridicolo Winnie The Pooh di Sangue e Miele) anche se le cose interessanti hanno sempre radici in suggestioni di trame lontane come La Nebbia, diretto da Christian Torpe e tratto da un racconto di Stephen King, e il recente successo La caduta della Casa degli Usher su senno di Poe e regia/ideazione del talentuoso Mike Flanagan.Dai classici di Bradbury all raccolta «Racconti di spettri italiani» con le illustrazioni di Marco Cazzato. Il true crime al femminile di Lia Celi, e film, musica, serie tv Gli spiriti di Agatha Christie sono tornati da poco in auge riveduti e corretti da Kenneth Branagh nel suo film Assassinio a Venezia (che ricalcava il libro che nel titolo italiano era sinistramente attuale, Poirot e la strage degli innocenti, e in inglese si intitolava Halloween Party); e dalla fresca riedizione per Mondadori di L’ultima seduta spiritica che Christie scrisse nel 1961 sulla base di un episodio autobiografico. Aspettando le Povere Creature cinematografiche di Lanthimos trionfanti a Venezia, nei cinema italiani solo a gennaio, ispirazioni frankensteiniane sono nell’ultimo racconto del più immaginifico scrittore horror contemporaneo, Thomas Ligotti. È appena uscito per Il Saggiatore il suo Il nesso spettrale, e l’autore, personaggio misterioso quasi quanto le figure che inventa, nato a Detroit di origini italo polacche sarà celebrato in un panel – a Lucca Comics – a cura dello scrittore e sceneggiatore Luca Besana e del fumettista Roberto Recchioni, il 4 novembre. Nessuno pensa a ripubblicare i due libri che ad Halloween e alla paura del buio e della fantasia hanno dato fondamento entrambi di Ray Bradbury, Il popolo dell’autunno (nell’originale: Something Wicked This Way Comes) – da cui il film Disney Qualcosa di sinistro sta per accadere), e L’albero stregato (The Halloween Tree). Sempre il Saggiatore però, propone una raccolta molto suggestiva di spiriti che faranno la felicità dei fan del made in Italy: Racconti di spettri italiani, a cura di Rosario Battiato con illustrazioni da teatro anatomico di Marco Cazzato, già illustratore dei Sepolcri di Ugo Foscolo.

GLI AUTORI delle storie inquietanti come specchi ossidati dal tempo, sono anche Giacomo Casanova, Luigi Capuana, Giovanni Verga; minori numericamente ma significative le quote rosa sangue con Matilde Serao, Ada Negri e Beatrice Speraz. Quest’ultima, scrittrice non solo gotica di origine spalatina, attiva con diversi pseudonimi maschili, ha operato negli stessi anni di un’altra signora della narrativa, di altro timbro e altre fortune: Carolina Invernizio, tornata in servizio per interposta scrittrice, Lia Celi, che l’ha messa al centro del suo Carolina dei Delitti, uscito pochi mesi fa per i tipi di Salani. L’autrice e umorista Celi fa agire la scrittrice amata dalle «donne col grembiale» nei panni di indagatrice della più efferata cronaca nera dove trova ispirazione per i suoi romanzi a puntate, antesignani del format di ogni narrazione seriale.

La redazione consiglia:
Su HalloweenNel quadro intrigante della fascinosa, e nera, Torino della Belle Epoque Lia Celi fa interagire Carolina Invernizio con Emilio Salgari e Guido Gozzano, e non gliene saremo mai abbastanza grati. «Nell’educazione delle donne – ci spiega parlando di attitudine femminile al true crime – la paura gioca ancora un ruolo importante. Non so se ancora oggi mamme e nonne leggono alle bambine i peggiori fatti di cronaca nera che coinvolgono giovani donne, per insegnare loro quanto è pericoloso fidarsi degli sconosciuti, girare da sole eccetera. Succedeva ai miei tempi, erano delle para-fiabe che si incastravano nel nostro immaginario: Milena Sutter, le bimbe di Marsala, perfino il Circeo. Credo che l’attrazione femminile per le storie nere, amori criminali, madri assassine ecc. – non per l’horror-splatter, che piace ancora di più ai maschi – sia un’evoluzione di quel bisogno atavico di «imparare dalle disavventure di altre donne, e contemporaneamente di rassicurarsi pensando io non sarei così imprudente o così cattiva».