Gruppo Espresso, la procura indaga su «falsi» stati di crisi
Il caso Perquisizioni nelle sedi dell'editore di Repubblica: sotto la lente degli inquirenti 250 prepensionamenti di poligrafici e giornalisti e 500 contratti di solidarietà. Il danno per la sola Inps si aggirerebbe intorno ai 30 milioni di euro
Il caso Perquisizioni nelle sedi dell'editore di Repubblica: sotto la lente degli inquirenti 250 prepensionamenti di poligrafici e giornalisti e 500 contratti di solidarietà. Il danno per la sola Inps si aggirerebbe intorno ai 30 milioni di euro
Il sostituto procuratore Francesco Dall’Olio ha aperto un fascicolo per verificare la correttezza delle attività che hanno permesso alle società del gruppo Gedi De Benedetti – editore di Espresso e Repubblica – di accedere alle provvidenze statali e alle facilitazioni contributive previste dal riconoscimento dello «stato di crisi» tra il 2012 e il 2015.
La finanza in questi giorni sta acquisendo documenti e riscontri testimoniali nelle sedi del gruppo: il danno subito dalla sola Inps si aggirerebbe sui 30 milioni di euro, attraverso gravi irregolarità nell’accesso del gruppo a cig e prepensionamenti. La denuncia è partita da segnalazioni anonime inviate all’Inps, che si è dunque rivolto alla Procura di Roma.
Sotto la lente degli inquirenti 187 prepensionamenti di poligrafici e 69 di giornalisti, tutti a carico dello Stato, Inps e Inpgi, mentre per altri 554 lavoratori sono stati attivati contratti di solidarietà.
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