Il 12 dicembre scorso il ministro degli Interni tedesco e il capo della polizia austriaca, in una conferenza stampa congiunta a Vienna, hanno dato notizia dell’avvenuto smantellamento di un’organizzazione neonazista armata. Nel corso delle indagini erano state sequestrate ingenti quantità di esplosivi e armi, tra cui 70 fucili Kalasnikov, Skorpion e Uzi, ma anche vecchie armi della seconda guerra mondiale ancora funzionanti, insieme a stendardi e divise risalenti all’epoca nazista. In Germania, nel solo 2020, questo il dato, sono stati sciolti tre gruppi neofascisti organizzatisi in funzione della lotta armata, lo Sturmbrigade 44, Combat 18 e Gruppe S. Misure assunte anche dopo il tentato assalto, il 9 ottobre 2019, alla sinagoga ebraica ad Halle, in Sassonia, e l’assassinio, il 20 febbraio 2020 di 9 persone, tutte straniere, ad Hanau, nell’Assia, ad opera di nazisti solitari.

Nell’estate del 2019, in Francia, per le stesse ragioni, si è provveduto a mettere fuori combattimento un gruppuscolo denominato «L’Oiseau Noir», l’Uccello Nero, che aveva messo nel proprio mirino ebrei e musulmani, mentre in Finlandia nel 2020 la Corte suprema ha decretato lo scioglimento della sezione finlandese del Movimento di resistenza nordica (presente in Danimarca, Svezia e Norvegia) in quanto raggruppamento razzista e violento. Nel suo curriculum criminale si annovera anche l’omicidio nel settembre del 2016 di un giovane antirazzista a Helsinki. Si potrebbe continuare. Il fatto è che la deriva verso la lotta armata di frange sempre più consistenti del neonazismo a livello europeo è ormai una realtà, e il nostro Paese non ne è, come si potrebbe pensare, estraneo.

L’indagine «Ombre nere» del novembre 2019 ad opera della procura di Caltanissetta, ci ha svelato l’esistenza di un Partito nazionalsocialista italiano dei lavoratori, con tanto di simbolo tratto dalle Waffen-SS, nato a fine 2016, dotato di armi ed esplosivi, presente in Lombardia, Piemonte, Liguria e Veneto, in contatto con l’organizzazione terroristica Combat 18 (il numero 18 corrisponde alla prima e all’ottava lettera dell’alfabeto, A e H, ovvero le iniziali di Adolf Hitler). Solo nell’agosto precedente, esponenti del gruppo eversivo avevano partecipato a Lisbona a un incontro internazionale promosso da Nova ordem social di Mario Machado, già leader degli Hammerskins lusitani, condannato a dieci anni di prigione per reati di vario tipo, presenti i dirigenti di altre realtà neonaziste: da Die Rechte (Germania) al Parti nationaliste français. A guidare il partito nazionalsocialista era un ex boss della ‘ndrangheta, con un passato da legionario, nonché ex vicecoordinatore di Forza nuova per la provincia di Imperia, a cui è stato sequestrato un consistente arsenale in Francia. Cinque gli arrestati e 19 gli indagati, con precedenti esperienze nella Fiamma tricolore, in Forza nuova e nel Veneto fronte skinheades.

Ad attrarre l’interesse dei media, a scapito della gravità dei fatti, è più che altro stata la figura di una ragazza trentaseienne, svastica sulla schiena, eletta «miss Hitler» in un fantomatico concorso di bellezza sul web. Da rilevare, infine, la non giovanissima età degli aderenti, in gran parte dai quaranta in su, con più di un sessantenne.

Solo pochi giorni prima, sempre in novembre, la Digos di Firenze aveva perquisito dodici persone, tra Siena e provincia, con l’accusa di associazione per sovvertire l’ordine democratico, trovando armi ed esplosivi, elmetti e divise tedesche. Durante le intercettazioni era anche emerso che alcuni degli indagati avessero l’intenzione di far saltare in aria la moschea di Colle Val d’Elsa. Il gruppo era, per altro, in procinto di costituire una sorta di «guardia nazionale repubblicana» chiamata a intervenire «arma alla mano».

Il capo, un bancario sessantenne, che amava farsi ritrarre in divisa da SS, a cui è stata contestata anche l’aggravante di terrorismo, proveniva dal Movimento idea sociale, il partitino fondato da Pino Rauti nel 2004. Si erano nel frattempo accumulate un centinaio di armi, migliaia di munizioni e parti di ordigni bellici della Seconda guerra mondiale da cui si estraevano chili di tritolo.

A metà luglio 2019 vicino a Voghera, a Rivanazzano, la Digos scopriva invece un arsenale gigantesco a disposizione di un gruppo di estrema destra. Tra le armi sequestrate addirittura un missile aria-aria. In manette, come figura principale, un ex militante di Forza Nuova, già candidato al senato a Gallarate nel 2001, nella cui abitazione venivano rintracciate armi detenute illegalmente, nonché vessilli e bandiere naziste.

Negli anni sono state spesso sequestrate in case di neofascisti armi, a volta da guerra, frutto di scelte individuali. Alcune storie ci dicono ora di un salto di qualità.