Un continuo gioco quasi cinematografico tra campo lungo e dettaglio è quello che caratterizza la visione della mostra di Katharina Grosse e Tatiana Trouvé, ospitata a Roma presso Villa Medici fino al 29 aprile. Le numerose irregolarità, curata da Chiara Parisi per l’Accademia di Francia, alterna infatti opere il cui criterio di fruizione passa continuamente da una lettura più ambientale e architettonica, come i lavori della tedesca Grosse spingono a fare, all’analisi del minimo elemento scultoreo, come suggerisce l’opera della francese Trouvé. L’osservatore è quindi chiamato a muoversi non solo tra due scale dimensionali opposte, in frizione tra macroeventi visivi...