Lo sprint finale della campagna elettorale Beppe Grillo lo comincia tornando alla carica con due vecchi cavalli di battaglia come l’attacco al presidente della repubblica Giorgio Napolitano e la richiesta di andare subito al voto. «Se il M5S verrà votato come primo gruppo politico alle europee dovranno avvenire due cose, immediatamente. La prima è che Napolitano dovrà dimettersi, la seconda sono le elezioni anticipate», scrive sul blog.
Sente aria di vittoria l’ex comico e del resto non potrebbe essere altrimenti, visti i numeri a suo favore sfornati quotidianamente dai sondaggi. «Prima pensavo di vincere, adesso stravinceremo», prosegue. E così dopo aver aperto la giornata televisiva con un lunga intervista concessa ad Agorà sulla spiaggia di Marina di Bibbona, dove passeggia stringendo forte a sé la giornalista che gli pone le domande, nel primo pomeriggio si trasferisce sul blog e torna ad attaccare il capo dello Stato che, dice, «non rappresenta più da tempo il sentimento del paese né la volontà degli elettori». «Potrebbe ritirarsi a Cesano Boscone – prosegue facendo riferimento a Berlusconi e al luogo in cui svolgerà i sevizi sociali – e incontrare con tutto comodo una volta a settimana il noto pregiudicato, quasi meglio di adesso che deve farlo scomodare al Quirinale». L’obiettivo resta comunque sempre quello di andare subito al voto: «Il parlamento è incostituzionale, e non ha più alcuna legittimità istituzionale – scrive ancora sul blog – La melassa del potere cercherà in ogni modo di perpetrare se stessa ma per loro sarà comunque finita». Parole che suscitano la reazione dura da parte del Pd, che accusa il leader del M5S di essere un «dittatore».
La giornata di grillo comincia però con l’intervista ad Agorà in cui si fa riprendere mentre passeggia sulla spiaggia davanti alla sua casa di Marina di Bibbona e in cui non nasconde tutta il suo ottimismo per il risultato delle prossime elezioni.« Mi aspetto una marcia trionfale», dice annunciando come non esiterà ad aprire una crisi di governo: «Basta che venga eletto al parlamento europeo un candidato in più del Pd e abbiamo vinto. Andrò da Napolitano e chiederò di poter avere il governo in mano», dice. Senza sbilanciarsi, però sul nome di quello che potrebbe essere il futuro premier a 5 Stelle. «Prepareremo una bella squadra di governo e prenderemo questo paese in macerie».
Il colle non sarà comunque l’unico luogo in cui il leader pentastellato dice di volersi presentare. Il passo successivo sarà infatti Bruxelles dove Grillo vuole recarsi per rimettere in discussione i trattati firmati in passato: «Vado in Europa e dico: abbiamo questo fiscal compact firmato da quelli lì, lo strappiamo. L’eurobond se siamo una comunità lo spalmiamo. Questa gentaglia deve sparire».
Non mancano, infine, gli attacchi al premier, che definisce «un bamboccio figlio di troika». «Renzi e Berlusconi la riforma non la faranno mai. Con Berlusconi c’è un patto di sopravvivenza». Parla anche di Piombino dove è stato contestato da alcuni operai delle acciaierie. «Se fossi andato lì con il reddito di cittadinanza, il rapporto con gli operai sarebbe stato completamente diverso. Ci sarebbe stato il dialogo, perché se perdi il posto ma hai mille euro al mese per tre anni e ti puoi scegliere un’altra occupazione, non hai una patologia sul lavoro e una drammaticità» dice, senza spiegare il che il M5S ha sì presentato un ddl sul reddito di cittadinanza, ma poi non ne ha più parlato.
«Beppe grillo ha una chiara vocazione dittatoriale, questa è l’unica cosa che si capisce bene dal suo programma», è il commento di Gero Grassi, vicepresidente dei deputati Pd. «Il dubbio è che non sia solo spericolata propaganda politica, ma il segnale di una sua idea pericolosa della cosa pubblica».