A Siena come a Pisa, a Massa come a Viareggio, l’affluenza che si ferma a un allarmante 60% e il netto arretramento dei pentastellati (il Movimento 5 Stelle non arriva nemmeno ai ballottaggi) segnano il voto nei principali comuni toscani chiamati alle urne. Una sorpresa, visto che appena tre mesi fa il M5S era stato il più votato a Massa e Viareggio, e il secondo partito a Siena e Pisa. Rispetto alle politiche Grillo non conferma gli exploit di febbraio. Lo scarso voto dei toscani premia invece il centrosinistra, che nella sua versione “unionista” si avvia ad eleggere al primo colpo Alessandro Volpi sotto le Apuane, e in quella più ristretta confermare Marco Filippeschi a Pisa.

Occhi puntati su Siena, dove si è giocata una partita molto attesa dopo il ciclone che ha scosso fin nelle fondamenta il Monte dei Paschi, e dove il comune era commissariato non soltanto per i suoi problemi di bilancio ma anche per le divisioni interne al Pd. All’ora di cena è stato scrutinato solo un terzo dei voti, la tendenza è comunque univoca: il democrat Bruno Valentini si avvicina al 40% delle preferenze ed è destinato al ballottaggio con l’esponente civico del centrodestra Eugenio Neri, che sta andando oltre il 20%. Assai distanziato il candidato dei Movimento 5 Stelle Michele Pinassi che non arriva in doppia cifra ed è superato anche da Laura Vigni che ottiene un buon risultato (il 10% circa) con la sua lista di cittadinanza Sinistra per Siena unita al Prc.

Il renziano Valentini guarda al 68,4% di affluenza e commenta a caldo: «Con questo voto viene sconfitto il pessimismo apocalittico che voleva il Pd ai minimi termini e i 5 Stelle sugli scudi, in una città prostrata dalle traversie della sua banca». Il ballottaggio, il primo a Siena dall’ormai lontano 1993, non lo preoccupa troppo: «C’era la paura di andare peggio, conforta non soltanto il Pd primo partito ma anche il fatto che la seconda lista più votata è quella civica che porta il mio nome. Non faremo apparentamenti, sarebbe un messaggio contraddittorio. Con questi numeri si va verso una vittoria in discesa». Aiutata anche dal fatto che l’avversario Neri non avrà particolari appoggi dai candidati sconfitti al primo turno.

Anche a Pisa lo scrutinio è andato molto a rilento ma ha dato un risultato netto. A metà conteggio il riconfermato sindaco Filippeschi era al al 54% e il primo inseguitore, Franco Mugnai del Pdl, fermo al 12%. Poco oltre il 10% Valeria Antoni del M5S, e intorno al 9% Ciccio Auletta con la lista di Una città in comune insieme a Rifondazione. «La differenza così ampia fra i primi due è un preciso segnale politico – osserva Filippeschi – e il pur preoccupante dato dell’affluenza, fa capire come il voto di febbraio ai 5 Stelle si sia trasformato in buona parte in ulteriore astensionismo».
Anche a Massa, dove ha votato il 66,7% dei potenziali elettori, non c’è stata partita. Il candidato scelto con le primarie da tutte le forze del centrosinistra Alessandro Volpi è volato in testa con oltre il 54% fin dall’inizio. Mentre nella città dove solo tre mesi fa era primo con il 29%, il Movimento 5 Stelle è sceso al terzo posto con Riccardo Ricciardi che non è andato oltre il 12%, superato anche da Gabriella Gabrielli, la candidata sostenuta dal sindaco uscente Roberto Pucci, che ha sfiorato il 20%. A Viareggio infine il centrosinistra compatto a sostegno di Leonardo Betti ha toccato il 40%, tenendo a distanza di sicurezza in vista del ballottaggio il centrodestra di Antonio Cima che non è andato oltre il 20%.

Quanto all’affluenza, l’altro principale dato toscano di questo round amministrativo, il calo è pesante anche se rischia di essere fuorviante il paragone con il 2008, quando si votò in contemporanea con le politiche. Il confronto più attendibile, con il 2003 e per la sola Siena con il 2011, segnala un calo dell’8,2% nella città del palio, del 10% a Viareggio, dell’11,8% a Massa e addirittura del 13,3% a Pisa, che con il suo 55,8% di affluenza raggiunge un record negativo sul quale si sono già aperte le prime riflessioni.