«Ho la coscienza a posto», dice Beppe Grillo ai chi lo chiama per dargli il suo conforto sull’indagine della procura di Milano che lo riguarda.

Nel frattempo si viene a sapere che non sarebbero tantissimi i documenti, contratti, corrispondenza, file e appunti sequestrati dagli agenti del Nucleo di polizia economico-finanziaria della Guardia di finanza di Milano alla Beppe Grillo srl, alla Casaleggio Associati e a cinque persone che non sono indagate. Il procuratore aggiunto Maurizio Romanelli e il pm Cristiana Roveda dicono che quelle carte potrebbero contenere materiale utile a ricostruire rapporti e contratti tra Grillo, la Casaleggio e il gruppo Moby di Vincenzo Onorato. Il fondatore del M5S e l’armatore sono indagati per traffico di influenze illecite per via di due contratti pubblicitari (di 240 mila euro a favore dell’ex comico genovese e 600mila euro l’anno per la Casaleggio Associati) che nasconderebbero pressioni politiche per favorire la compagnia di navigazione.

Emergono elementi anche sulla relazione tra questa indagine e quella della procura di Firenze sulla Fondazione Open, vicina a Matteo Renzi. Sarebbe stata la stessa procura di Milano, nel giugno del 2020, a chiedere a quella fiorentina di trasmettere i risultati della perquisizione effettuata a carico di Vincenzo Onorato nell’ambito delle indagini su Open. Nella richiesta avanzata ai colleghi di Firenze, i pm milanesi informano di attività di indagine che stanno svolgendo su Onorato, e spiegano di essere per questo interessati alle copie forensi del materiale informatico contenuto nelle caselle di posta elettronica sia dell’imprenditore che della sua segretaria, oltre che in un tablet e in due smartphone in uso sempre a Onorato: qui si troverebbero le chat con Grillo. L’armatore, che ha finanziato diversi gruppi politici, al momento non risulta indagato nell’inchiesta sulla fondazione che organizza gli incontri della Leopolda.

Le conversazioni telematiche tra Onorato e Grillo avrebbero come oggetto anche la necessità di rinnovare la convenzione pubblica con la Compagnia italiana di navigazione per la continuità territoriale marittima. In ballo potrebbero esserci anche il contenzioso civile tra Tirrenia in amministrazione straordinaria e il gruppo Onorato e la limitazione dei benefici fiscali alle sole navi che imbarcano equipaggi italiani e comunitari. Grillo avrebbe interpellato l’allora ministro delle infrastrutture, il 5 Stelle Danilo Toninelli, e poi girato le risposte a Onorato. «Onorato voleva mantenere la concessione, scaduta nel 2020 – rievoca Toninelli negando ogni favoritismo – Quando sono arrivato al ministero ho detto ai concessionari che si sarebbero sognati le proroghe. Diedi indirizzo alla direzione generale del ministero di preparare le carte per una nuova gara. Lui era uno dei partecipanti, non l’aggiudicatario della gara». Toninelli, non indagato, viene evocato ma non compare mai nelle chat.

A Grillo manda un segnale di solidarietà Giuseppe Conte. «Gli esprimo vicinanza – dice il capo politico del Movimento 5 Stelle – Sono assolutamente fiducioso che le verifiche in corso dimostreranno la legittimità del suo operato».