Beppe Grillo come (e peggio) dei «neroverdi». Un post d’istinto e il tweet che lo rilancia diventano un boomerang. E nemmeno la correzione postuma salva l’ispiratore del M5S dalla vergogna.
«Roma è governata da uno zombie: “Ignaro” Marino è un morto che cammina» è la premessa. Segue promessa: «Roma deve essere liberata tramite il voto popolare come accaduto a Gela, Augusta, Porto Torres, Venaria e Quarto». E conclusione perentoria, iperbolica e soprattutto razzista: «Non si può aspettare il 2016, bisogna andare a elezioni il prima possibile, prima che Roma venga sommersa dai topi, dalla spazzatura e dai clandestini». La campagna web #MarinoDimettiti produce l’effetto peggiore: Grillo finisce sulla graticola, anche se si affanna a… correggersi dopo tre ore e mezza («campi di clandestini gestiti dalla mafia»).
Ma on line e fuori, Grillo viene travolto da commenti e prese di posizione che non lasciano scampo. Il punto vero è l’equazione topi = clandestini che supera di gran lunga perfino il padano Salvini e sconfina direttamente nell’ideologia dei «fascisti del terzo millennio».

Il M5S è ormai impegnato a testa bassa nell’assalto al Campidoglio con l’immagine del sindaco Marino (sfiduciato da Renzi a palazzo Vespa…) come protagonista di «Dead Man Walking» in versione capitale. E Grillo contava di bombardare mediaticamente Roma come simbolo della crisi Pd. Peccato che gli siano sfuggite le parole peggiori…
Reazioni immediate e a catena. Non solo sul filo dell’ironia nei confronti dell’ultimo Beppe Show. Spesso spietate proprio sul fronte dell’ideologia e della polemica politica. «Vergognati di inseguire Salvini! Gli avversari sono i banchieri, non i “clandestini!» tuona Paolo Ferrero, segretario di Rifondazione Comunista-Sinistra Europea.
E la presidente della Camera Laura Boldrini non fa sconti, anzi scandisce eloquentemente qual è il limite insormontabile: «Accostare topi, spazzatura ed esseri umani non è politica, ma disprezzo. La democrazia si basa sul rispetto delle persone e delle differenze» .

Nichi Vendola, presidente di Sinistra ecologia e libertà, si rivolge direttamente all’autore: «Caro Beppe Grillo, mettere sullo stesso piano i topi e i clandestini vuol dire regalare le parole alla barbarie…».
Il senatore Pd Stefano Esposito rincara la dose: «Immigrati uguale spazzatura, uguale ratti» commenta a caldo, «Questo è il mondo per Grillo, lo stesso che sostiene che la mafia non esiste: una narrazione tanto coerente quanto vergognosa. D’altra parte da chi assedia il Campidoglio insieme ai fascisti di Casa Pound non ci si poteva aspettare molto di più».
E così si riapre il fronte delle… alleanze. Soprattutto dopo l’esito dei ballottaggi delle Comunali di domenica, che da Nord a Sud hanno di fatto condannato i candidati del centrosinistra proprio a causa del voto “grillino”. L’equidistanza ufficiale del M5S a Venezia ha prodotto il secondo affondamento di Felice Casson.
Ma ora si punta al bersaglio grosso: Roma. Senza tanti scrupoli. Anzi, pronti a sposare il linguaggio dei leghisti e della peggior destra.