Circa 20mila iscritti alla piattaforma Rousseau (su 140 mila) hanno votato ieri «Sbarchi zero», il programma immigrazione del Movimento 5 Stelle. Come al solito, si trattava di approvare o meno una serie di opzioni precedentemente elaborate dai vertici grillini.

Che hanno dato un preciso indirizzo alla questione, nonostante i contributi apparsi sul blog e alcune delle proposte, prese singolarmente, non fossero proprio in sintonia con la linea dura sui migranti intrapresa soprattutto nell’ultimo periodo. La cosa che colpisce su tutte è che un soggetto politico che si propone come forza di cambiamento ignora completamente la legge sull’immigrazione in vigore, che si chiama Bossi-Fini e praticamente non prevede vie d’accesso legali alla Ue. Meglio concentrarsi sulla questione evocativa della tolleranza zero verso le navi dei migranti.

«L’obiettivo del MoVimento 5 Stelle è arrivare a sbarchi zero entro 5 anni – si legge nell’introduzione al programma approvato – L’immigrazione è il più grande fallimento dei partiti: hanno firmato accordi suicidi che hanno trasformato l’Italia nel campo profughi d’Europa e foraggiato il business della criminalità organizzata».

Per il resto, più che di immigrazione si parla di profughi e richiedenti asilo. «Per fermare l’illegalità degli sbarchi», i grillini si propongono di affidare la valutazione dell’ammissibilità delle domande di asilo politico «alle ambasciate e ai consolati nei paesi di origine o di transito o nelle delegazioni dell’Ue presso i paesi terzi».

C’è poi il tema, riconosciuto ormai trasversalmente, del superamento degli accordi di Dublino e del «ricollocamento obbligatorio» dei migranti. Allo scopo di «velocizzare le procedure del riconoscimento o meno della protezione internazionale», gli iscritti hanno scelto di potenziare le commissioni territoriali. Infine, la versione grillina dell’«aiutiamoli a casa loro». La domanda era: «Qual è la priorità per rimuovere le cause profonde delle migrazioni?». La maggioranza ha scelto questa opzione: «Tanti piccoli programmi di sostegno allo sviluppo rurale, all’agricoltura sostenibile e alla sicurezza alimentare, all’ istruzione e alla formazione professionale per attività artigianali, di contrasto alle emergenze sanitarie».