Continuano le polemiche sulla richiesta di Confindustria di sanzionare i lavoratori senza Green pass o vaccinazione. La posizione dei sindacati è chiara: il rischio che l’obbligo sia usato dalle imprese per licenziare è troppo alto – basta vedere il mancato rispetto dell’avviso comune contro i licenziamenti – , il governo si prenda la responsabilità di rendere la vaccinazione obbligatoria per legge. Oltre alla scuola – i sindacati fanno notare l’altissima adesione del personale – c’è poi il tema dell’equiparazione delle mense aziendali ai ristoranti: un paragone inaccettabile per Cgil, Cisl e Uil che ricordano come i Protocolli sulla sicurezza dell’anno scorso hanno già regolato il tema prevedendo turni e distanziamento che garantiscono la non proliferazione del virus negli ambienti di lavoro abibiti a servizi mensa per i dipendenti.
In un’intervista a Repubblica Maurizio Landini ha ribadito la posizione di Cgil, Cisl e Uil chiedendo la convocazione di un tavolo con il governo per modificare l’ultimo Dpcm proprio sul punto delle mense aziendali: «Mi domando se chi ha deciso questa regola sia stato negli ultimi tempi dentro una mensa aziendale. Beh, dovrebbe andarci», dice Landini.
Il segretario della Cgil propone invece «una grande campagna di informazione e sensibilizzazione perché le persone si vaccinino. Da tempo – ricorda – chiediamo di rafforzare e mettere in sicurezza il trasporto pubblico locale, le ferrovie regionali, di superare il sovraffollamento delle classi anche attraverso nuove assunzioni di personale docente. Invece rischia di rimanere tutto fermo allo scorso anno”. “Quel che sto cercando di dire – prosegue poi Landini – è che insieme al green pass e alle vaccinazioni servono altri interventi strutturali per risolvere una volta per tutte il problema del coronavirus. Non possiamo abbassare la guardia“. “È il lavoro che ha tenuto in piedi questo Paese nei momenti più difficili della pandemia. Ora – ribadisce il leader Cgil – è inaccettabile che si scarichi sul lavoro, con sanzioni e punizioni, responsabilità che – ripeto – non ha».
Ma la sortita di Landini ha provocato la reazione di buona parte del mondo dei social e della politica, a partire da Carlo Calenda che lo ha accusato di «populismo no vax».
Più articolata la posizione del Pd per bocca del vicesegretario Giuseppe Provenzano: «Il Pd è per il Green pass e in generale per la campagna vaccinale e combatte anche quelle forze politiche all’interno della compagine di governo e della maggioranza che su questi temi hanno avuto posizioni ambigue», dichiara Provenzano. «L’incertezza – spiega – a mio avviso è davvero rischiosa per il nostro Paese». Riguardo al tema delle mense e alla posizione di Landini, Provenzano spiega che «la valutazione è stata fatta dal ministero della Salute facendo riferimento alle indicazioni del comitato tecnico». Ma aggiunge: «La questione posta da Landini ha un suo fondamento, è necessario tornare ad un tavolo con le parti sociali ed eventualmente capire se c’è bisogno di intervento normativo qualora si vada verso un Green pass generalizzato».
Articolata anche la posizione della Acli, per bocca del presidente Emiliano Manfredonia: «Se Landini denuncia questi rischi, significa che il sindacato li sta percependo, e va detto che il tema del Green Pass è un tema importante che per molte aziende (e lo vediamo anche noi nei nostri circoli) è un aggravio enorme. Detto questo, quale è l’alternativa? Le preoccupazioni di Landini sono condivisibili, e per questo è meglio normare l’accesso ai luoghi di lavoro con Green Pass».