Vengono, vanno, ritornano. Per lo più rimangono sogni. Anche questi però, è il segno dei tempi, in tono minore. Nemmeno giornali e tv osano più raccontare incredibili colpi di calciomercato che non ci saranno. Ci si accontenta di giustificare la carriera di una riserva di un altro campionato che sta per arrivare in prestito o a parametro zero. Per fortuna tornano i nostri, i giocatori, dalle lunghe vacanze invernali a Dubai o alle Maldive, pronti a riprendere il campionato. Si riparte dal big match serale: Inter-Roma, le due deluse, partite alla grande e ora in piena crisi di gioco e risultati. O meglio, dopo una prima parte di stagione oltre le loro possibilità, tornate dove è giusto che siano e dove tutti pronosticavano che fossero, a lottare per il terzo e quarto posto. Certo, per chi esce sconfitto da San Siro saranno processi e inquisizioni, anche perché il terzo incomodo, la Lazio, corre che è un piacere – e domenica ospita Chievo.

La classifica è ormai definitivamente spaccata, Juve e Napoli irraggiungibili, al massimo una delle due potrebbe crollare, ma non fino a farsi raggiungere. La Juve ha il turno più comodo, posticipo casalingo contro il Genoa. E se è vero che quest’anno dopo le due soste ha preso altrettante sberle (Lazio e Sampdoria) gennaio è però il mese in cui storicamente Allegri mette la quinta, con o senza Dybala.

Scottata dallo strano no al trasferimento di Verdi, un ex giovane talento con una buona fetta di futuro oramai alle spalle, per cui sono stati tirati in ballo il gran rifiuto dantesco di Celestino V e le ombre di una malefica Spectre che vuole impedire al Napoli di vincere, la squadra partenopea domenica all’ora di pranzo fa visita all’Atalanta. Con Gasperini bestia nera di Sarri; l’ha battuto 3 volte nelle ultime 4 gare, lo scorso anno gli ha tolto sei punti e quest’anno l’ha fatto fuori dai quarti di Coppa Italia.

Altra partita interessante, per decidere chi potrà fregiarsi del titolo di sorpresa del campionato insieme ai bergamaschi, è Sampdoria -Fiorentina. Anche perché ormai del povero Milan, in trasferta a Cagliari, si parla solo per le disavventure societarie e le indagini sul passaggio di proprietà. Ma davvero può essere sospetto l’acquisto di una merce, quando il venditore fissa il prezzo intorno ai 350-400 milioni (così risultava il valore del Milan negli ultimi bilanci Fininvest) e l’acquirente invece insiste per pagarlo 750 milioni?

C’è evidentemente un problema a monte, di mancati controlli, che pure dovrebbero esserci previa l’impossibilità di iscriversi al campionato. Nessuno dei tre candidati alla presidenza della Figc – Sibilia, Gravina, Tommasi – sembra però volersene occupare in programmi elettorali in cui blaterano di riforme, senza assumersi le responsabilità dei disastri cui è andato incontro il calcio in questi anni, mentre loro già occupavano posizioni di potere. Vanno, vengono, ogni tanto si fermano. Oppure sono sempre stati lì, mentre il pallone si sgonfiava. E ci resteranno.