«Qui dentro ti trattano peggio di come si trattano gli animali. Ora capisco perché un animale in gabbia sta male: perché perde la sua anima». Queste parole di Joe Exotic dal carcere del Federal Medical Center in Texas, risuonano come una presa di coscienza del male che ha provocato per decenni ai suoi animali. Joseph Allen Maldonado-Passage, conosciuto come Joe Exotic è un mitomane con tratti di personalità narcisistica, condannato a 22 anni di prigione con 17 capi d’accusa per maltrattamento animale e tentato omicidio. Era il gestore ed il proprietario del Greater Wynnewood Exotic Animal Park in Oklahoma – uno di quei luoghi che da un punto di vista etologico risulta inaccettabile: un petting zoo (centro in cui gli animali vengono fatti interagire con i visitatori). Il GW ospitava infatti più di 200 animali selvatici tra tigri, leoni, orsi, scimpanzè e altri. Tutti tenuti in cattività con l’unico scopo di essere coccolati dai turisti e fatti riprodurre per essere venduti.
Attualmente solo negli Stati uniti, oltre 10 mila tigri sono tenute in cattività tra case di privati, petting zoo e altre strutture ricreative mentre ci sono meno di 4 mila tigri in libertà, a causa del bracconaggio e della distruzione degli habitat. Negli Usa non esiste una legge federale che governa la proprietà dei grandi felini. In alcuni stati, è più difficile adottare un gattino che comprare un cucciolo di tigre. In Tiger King questo processo si vede nitidamente. La storia della docu-serie di successo prodotta da Netflix, è quella di Joe Exotic e della sua ossessione per la fama e per Carole Baskin, attivista americana per i diritti degli animali, fondatrice di Big Cat Rescue, un santuario per felini senza scopo di lucro in Florida. Nel documentario, erroneamente, sembra che un santuario e un petting zoo siano la stessa cosa. La serie suggerisce che Joe e Carole siano due facce della stessa medaglia, ma in realtà non è così. Carole gestisce un santuario in cui gli animali vengono salvati e recuperati. Joe, come altri, invece, alleva, vende e compra cuccioli di animali selvatici come fossero oggetti. Sono strazianti le immagini in cui si vede Joe Exotic afferrare con un lungo gancio un cucciolo di tigre appena nato togliendolo alla madre che, a pochi centimetri di distanza, è impegnata nel partorire un altro piccolo che purtroppo farà la stessa fine. «Questi cuccioli di tigre nuovi nuovi, valgono 5 mila dollari» afferma l’eccentrico domatore. I cuccioli di tigre, infatti, sono una miniera d’oro. Gli animali ospitati nei petting zoo sono vittime di un traffico che frutta milioni di dollari ogni anno. I turisti abbracciano, allattano con il biberon e scattano foto con adorabili tigrotti. Una foto veloce o una coccola di cinque minuti costa dai 10 ai 100 dollari. Un tour dello zoo di tre ore con carezze ai cuccioli può costare $700 a persona.

QUESTI CENTRI, inoltre, solitamente allevano ibridi innaturali o animali con particolari qualità estetiche (come le tigri bianche), che spesso sviluppano malattie genetiche rare e in età seri problemi di salute. Gli spettacoli e gli incontri con i grandi felini, a differenza di valide strutture zoologiche, non promuovono l’educazione e la conservazione. Infatti, anche se è necessaria la riproduzione in cattività per specie a rischio come la tigre, le conseguenze dei petting zoo per la tutela di questi animali sono negative, come dimostrato da uno studio pubblicato su Tourism Recreation Research. Tutti sappiamo che, anche se nati e cresciuti in cattività, i grandi felini rimangono sempre animali selvatici e non sono paragonabili agli animali domestici, che hanno condiviso con gli esseri umani un vero e proprio processo di co-evoluzione. Così leoni e tigri tenuti in strutture private hanno gli stessi bisogni etologici dei loro simili liberi in natura e quando si sentono in pericolo possono reagire in maniera incontrollata. Dal 1990, solo negli Stati uniti ci sono stati più di 300 incidenti , 24 persone sono state uccise (4 erano bambini) e molti altri hanno riportato gravi lesioni, tra cui anche Joe Exotic e alcuni suoi collaboratori. La maggior parte delle persone non ha l’opportunità di vedere animali esotici nel loro ambiente naturale. Di conseguenza, la percezione del grande pubblico su queste specie dipende principalmente dai mass media. Siamo quotidianamente esposti a immagini di animali selvatici ed esotici in stretta vicinanza con gli esseri umani. Tali immagini fanno aumentare il nostro desiderio di interagire con loro, fanno ridurre le preoccupazioni morali riguardo alla detenzione per scopi ludici e l’importanza dei progetti conservazione. A causa di ciò, viene incentivato il bracconaggio e promossa la vendita e la detenzione di specie esotiche.

COSA DIVERSA sono i bioparchi e le strutture accreditate che si occupano della tutela delle specie a rischio. Nei centri seri non è permessa alcuna interazione tra esseri umani e animali, inoltre parte dei fondi viene destinata ai progetti di salvaguardia ex situ. Questa faida tra Carole Baskin e Joe Exotic è stata una guerra massacrante fatta sulla pelle degli animali, le uniche vere vittime. Il doc presenta una realtà, quella delle strutture zoologiche private e dei petting zoo, che vede sfruttati migliaia di animali ogni anno in tutto il mondo. Ma è solo la punta dell’iceberg: la vita di solo uno delle centinaia di addestratori che tengono felini in cattività per ego e mitomania. Una docu-serie ricamata da assassini, thriller e gialli, ma che sarebbe stata molto più spaventosa se avesse mostrato ancor più quanto abuso ci sia dietro alle foto dei turisti con gli animali selvatici. Questo show non è un documentario. C’è molto che non vediamo. Le voci di esperti sono assenti. E chi ci rimette sono gli animali. Da una parte Tiger King è spaventosamente pericoloso per l’emulazione e l’idealizzazione che può essere fatta del personaggio di Joe Exotic e del contatto con gli animali selvatici. Dall’altra può essere finalmente la svolta mediatica che fa luce sul problema del traffico, dell’allevamento e della detenzione in cattività di grandi felini, in America ma non solo.

* Associazione Eticoscienza