Ad un mese dal voto è una guerra tutta interna al centro sinistra quella che si è scatenata a Reggio Emilia. Da una parte un ex segretario della Fiom candidato nella lista «Emilia-Romagna Coraggiosa» di Elly Schlein e Vasco Errani. Dall’altra un imprenditore, candidato direttamente nella cosiddetta lista del presidente, listino appoggia il dem Stefano Bonaccini.

I due dovrebbero essere alleati, sostenendo entrambi la corsa di Bonaccini, del Pd e di tutte le liste collegate contro la Lega e la sua candidata Lucia Borgonzoni.

Le cose stanno andando diversamente. Perché l’imprenditore, al secolo Carlo Fagioli, è finito sotto accusa per il suo passato. A puntare il dito Sergio Guiaitolini, una vita nella Fiom-Cgil e oggi candidato in Coraggiosa. Guaitolini ha ricordato la durissima battaglia sindacale che ci fu nel 2010 e nel 2011 e che coinvolse l’azienda nella quale Fagioli era dirigente – la Snatt – e la cooperativa di facchinaggio Gfe di cui Snatt era committente.

L’azienda di Fagioli, ha ricostruito l’ex sindacalista che seguì da vicino la vicenda, tolse l’appalto alla cooperativa perché i lavoratori soci di quest’ultima, pagati 5 euro l’ora, decisero di applicare il regolare contratto nazionale di lavoro. Una decisione evidentemente non gradita all’impresa che non voleva sobbarcarsi i maggiori costi dell’operazione.

I 516 lavoratori della coop persero il lavoro con un sms e si salvarono solo coloro che accettarono di tornare al lavoro con paghe ribassate. Una vicenda del passato che rispunta con prepotenza nella campagna elettorale, visto che Fagioli si candida in rappresentanza di Bonaccini, che nel suo programma ha inserito non solo la piena occupazione ma anche il «buon lavoro». Guaitolini che ora chiede all’imprenditore di rinunciare alla candidatura oppure di scusarsi pubblicamente. A sostenere la sua posizione la consigliera regionale uscente Silvia Prodi: «Ricordiamo ancora il dramma dei lavoratori che dormirono sul sagrato per giorni. Ci auguriamo che tutti i candidati si impegnino per questo: dignità e diritti». Nessun commento per il momento da Bonaccini e dal suo staff.

Si difende invece Fagioli, che dice di non capire la polemica, di avere dalla sua parte le sentenze che gli hanno dato ragione, di avere rispettato sempre la legge e di trovare la discussione «un danno per il progetto di Bonaccini presidente». Sono però molte le perplessità in seno alle categorie della Cgil per la candidatura dell’imprenditore.

A parlare per il momento è però la politica. Gianguido Naldi, ex segretario Fiom dell’Emilia-Romagna e oggi segretario regionale di Sinistra Italiana parla di «una candidatura contraddittoria».

Più duro Stefano Lugli dell’Altra Emilia-Romagna, lista non alleata del Pd. «Bonaccini forse non si è accorto che occorre tutelarli, i lavoratori». Tra le bordate di fuoco più o meno amico si inserisce anche la destra. «La sinistra di Bonaccini non si smentisce candidando imprenditori che non tutelano i diritti dei lavoratori e degli ultimi».