«Ci sono scrittori miopi nella descrizione e scrittori presbiti. Quelli per i quali anche i più piccoli oggetti in primo piano arrivano con una nitidezza a volte miracolosa – ma, anche se niente si perde della madreperla di una conchiglia o della grana di una stoffa, lo sfondo è del tutto assente – e quelli che sanno cogliere unicamente i grandi movimenti di un paesaggio, decifrare la faccia della terra quando si mette a nudo. Tra i primi: Huysmans, Breton, Proust, Colette. Tra i secondi: Chateaubriand, Tolstoj, Claudel. Rari sono gli scrittori che diano prova, penna in mano, di una...