A seguito del rifiuto di Google di riconoscere la legge francese e la Direttiva Europea i giornalisti francesi si stanno mobilitando con un appello che sarà sottoscritto anche da giornalisti europei. Ecco il testo.

Giovedi 24 ottobre 2019 poteva essere un grande giorno nella storia dell’Informazione dell’Europa e di Internet. Con l’entrata in vigore in Francia della direttiva europea sui diritti connessi, la stampa poteva, per la prima volta nel nostro continente, ricevere una remunerazione sui contenuti che produce e che sono diffusi su Google, Facebook e altre piattaforme.

I Giornalisti Europei hanno lottato a lungo per questo Testo; perché l’Informazione di qualità è costosa da produrre, perché la situazione attuale, che vede Google percepire la maggior parte delle entrate pubblicitarie generate dalle informazioni, è insostenibile e sta facendo sprofondare di anno in anno la stampa in una crisi sempre più profonda.

La scorsa primavera il Parlamento europeo ha votato la direttiva, l’estate scorsa il Parlamento Francese, quasi all’unanimità, l’ha recepita nel diritto francese. Altri Parlamenti nell’Ue seguiranno la Francia.

Eppure questo Testo tanto atteso rischia di essere svuotato dei suoi contenuti prima della sua attuazione.

Google sta rifiutando qualsiasi trattativa offrendo ai Media un’opzione cinica e ingannevole ovvero o i Media firmano un consenso a Google con cui rinunciano a una remunerazione, in modo che il modello attuale basato sulla gratuità continui, oppure –  se i Media rifiutano -, saranno soggetti a terribili ritorsioni: la visibilità del loro contenuto sarà ridotta al minimo.

Quando gli utenti di Internet cercheranno informazioni non appariranno né foto né testi, apparirà un semplice titolo, niente di più.

Sarà una morte lenta, che ha iniziato a svuotare le redazioni in Europa come già accaduto negli Stati Uniti. Un suicidio per la stampa.

Perché prima di arrivare su un sito, la porta di ingresso di Internet è Google. Altri motori di ricerca pesano poco.

Gli editori lo sanno, ma non hanno i mezzi finanziari per sostenere la vertiginosa caduta del traffico sui loro siti che questo ricatto porterà.

 

Google sta violando la legge. Sfrutta le sottigliezze del Testo deviando dal suo spirito.

È un nuovo gesto di disprezzo alla sovranità nazionale ed europea.

Google vuole dimostrare l’impotenza pubblica di regolamentare le piattaforme, piegare i Media e costringerli ad accettare un modello economico basato sul principio dei contenuti non retribuiti.

Sventola magnanimamente la bandiera dei finanziamenti che ha gentilmente concesso per progetti innovativi nel campo dei media: un diversivo, un’elemosina per un gruppo che pesa 140 miliardi di dollari di fatturato.

Poiché le campagne di disinformazione invadono Internet e i social network, poiché il giornalismo indipendente viene attaccato in diversi paesi dell’Ue, rinunciare sarebbe catastrofico.

Chiediamo un contrattacco da parte di chi decide.

Chi decide deve rafforzare i testi in modo che Google non possa più distorcerli.

Chi decide deve usare tutto l’arsenale a propria disposizione per combattere l’abuso di posizione dominante del colosso americano.

Da parte nostra, giornalisti, video-giornalisti, fotografi, artisti, facciamo appello all’opinione pubblica e alle Istituzioni Nazionali ed Europee perché la posta in gioco è la sopravvivenza di media indipendenti e pluralistici, e in definitiva la vitalità della nostra Democrazia.