Sei settimane dopo il voto che lo aveva visto sconfitto, Donald Trump chiese a tre agenzie federali di sequestrare le macchinette contavoti di alcuni stati-chiave, affermando senza alcuna prova l’esistenza di brogli. Lo chiese per primo al Dipartimento di giustizia – ma il procuratore generale Barr rifiutò e poi finì per dimettersi. Allora provò con il Dipartimento della difesa – i suoi consiglieri approntarono una bozza di ordine presidenziale, ma coinvolgere il Pentagono sembrò troppo persino a lui. Infine si rivolse alla Dipartimento della sicurezza interna, fece preparare un’altra bozza di ordine presidenziale e fece telefonare al suo avvocato Rudy...