I Gli uomini sposati e con figli, già diaconi permanenti, potranno essere anche ordinati preti ed amministrare i sacramenti nelle comunità geograficamente più disagiate dell’Amazzonia.

Il Sinodo speciale dei vescovi per la regione panamazzonica si chiude con una decisione certamente non rivoluzionaria ma decisamente importante, che costituisce la prima incrinatura alla legge canonica del celibato sacerdotale nella Chiesa cattolica romana.
Infatti la proposizione che apre all’ordinazione presbiterale degli uomini, la numero 111 del documento finale reso noto nella tarda serata di ieri, è quella che ottiene in assoluto meno consensi e che raggiunge la maggioranza dei due terzi in maniera risicata: 128 favorevoli e 41 contrari (su 185 partecipanti all’assemblea ed un quorum fissato a 124).

Dopo aver ricordato il valore del celibato come «dono di Dio» ed aver però rilevato le difficoltà di molte comunità amazzoniche a poter celebrare l’eucaristia e gli altri sacramenti come la confessione e l’unzione degli infermi a causa della mancanza di preti, il paragrafo fondamentale che non mancherà di suscitare le ire – se non uno scisma – da parte dei settori più conservatori della Chiesa cattolica: «Considerando che la legittima diversità non danneggia la comunione e l’unità della Chiesa, ma anzi la manifesta e la serve – si legge nel documento finale, in una nostra traduzione dallo spagnolo –, proponiamo che l’autorità competente (ovvero il vescovo del territorio, ndr), possa ordinare preti, dopo un’adeguata formazione, uomini idonei e riconosciuti dalla comunità, che abbiano già ricevuto il diaconato permanente e che abbiano una famiglia legittimamente costituita e stabile. Essi potranno così sostenere la vita spirituale della comunità cristiana con la predicazione della Parola (cosa che in realtà già avviene, ndr) e anche la celebrazione dei Sacramenti, nelle aree più remote della regione amazzonica».

Si aggiunge alla fine del paragrafo che, nel dibattito sinodale, «alcuni padri hanno parlato di un approccio universale all’argomento». Cioè hanno chiesto che la disposizione non sia limitata solo all’Amazzonia. Una formula non chiara, che dà conto di quanto è emerso, ma che non offre risposte definitive sulla questione.

Si tratta quindi di una misura esplicitamente limitata alle «aree più remote della regione amazzonica» e che non riguarda tutti gli uomini, ma solo coloro che già sono diaconi permanenti. Ma che di fatto apre le porte del sacerdozio ministeriale anche agli uomini sposati. Non è una norma universale per l’intera Chiesa cattolica romana, sicuramente però una prima frattura nel blocco monolitico del celibato sacerdotale. L’altra proposizione (n. 119) che è passata ma raccogliendo un basso numero di consensi (140 sì, 29 no) riguarda la creazione di uno specifico «rito amazzonico». Approvati invece con una maggioranza bulgara tutte le proposizioni sulla protezione e la salvaguardia dell’Amazzonia e dei popoli indigeni.