Il ricordo indelebile di Giulio Andreotti risale ai funerali di Salvo Lima, il suo luogotenente siciliano, assassinato dalla mafia il 12 marzo del 1992. Parto da qui perché Lima non era solo il plenipotenziario di Andreotti in Sicilia, ma il vero capo della corrente che, con il suo ingresso, era uscita dall’ambito romano e ciociaro per fare un salto politico. Evangelisti, Pomicino e gli altri erano un gradino sotto. Il vero capo era Lima. Di Lima, nella sentenza di primo grado del processo Andreotti si dice che «dagli elementi di prova acquisiti si desume che già prima di aderire alla...