JAZZ ITALIA
Statura
internazionale

Tre dischi per Parco della Musica Records, tre protagonisti del jazz italiano con statura internazionale. Maurizio Giammarco, tenorista dal suono corposo quant’altri mai, con i suoi Rumours (Flavio Sigurtà alla tromba, Riccardo Del Fra al basso, Ferenc Nemeth alla batteria) in Past Present cerca e trova l’interazione, attimo dopo attimo, senza il conforto di uno strumento armonico con i suoi sodali: momenti altamente strutturati, altri dove l’interplay deve esser fulmineo, sulla scorta di Ornette, Braxton, Zorn. Vivo e forte. Il tenorista e sopranista Tino Tracanna sceglie invece col suo gruppo Double Cut il raddoppio del suo ruolo con Massimiliano Milesi in Dannate danze: evidente il riferimento al quartetto di Ornette, avvincente libertà di movimento post bop. Opus Magnum il progetto del batterista Ettore Fioravanti: Attraverso ogni confine convoglia le energie di un trio con clarini, vibrafono e basso, ospiti Francesco Fratini e Filippo Vignato agli ottoni. Sestetto guizzante e timbricamente interessante con armonizzazioni, unisoni e contrappunti. Ascoltare la jannacciana Ho visto un re per credere. (Guido Festinese)

AMBIENT
Le sorprese
inattese

Inattese sorprese. È il caso del duo belga Maze & Lindholm, i quali non si fanno remore nel tentare nuove strade. Carillon sans timbre ni marteau Vol. 1 (Totalism) non è altro che un’unica traccia di poco più di sessantatré minuti. I due osano, gettano il cuore oltre le difficoltà e riescono a non scadere nell’intellettualità fine a se stessa. Un particolare non da poco nel mare magnum del mondo ambient, che ne sottolinea il valore creativo. Haftor Medbøe & Konrad Wisniewski danno alle stampe Poiesis (Subcontinental). Le chitarre del primo e il sax del secondo danno sostanza e forma a un lavoro dove sfiorano i territori del jazz rimanendo comunque nell’ambito della musica d’ambiente. Per voi A Bridge Away. Assai sperimentale e notturno è Psykor di Avola (Sige). L’artista italiana di Rapallo, ha preso spunto da una perdita famigliare causata dal Covid. È una catarsi personale, malinconica e roboante a seconda dei passaggi, comunque intensa e molto ben fatta. Un plauso per la profondità raggiunta, in particolare con Daddy Loves E.T. e In the Mourning. (Gianluca Diana)

INDIE
Viaggi
immaginari

Due dischi, due concept album. Due viaggi da fermi attraverso musiche e suoni tra loro diverse. Magasin du Café, con il loro nuovo viaggio immaginario sulle tracce di un popolo, Shardana (da cui il titolo del disco, MdC Production), una tribù di naviganti che dai mari del nord approdarono in Sardegna per poi proseguire verso l’Africa. Il gruppo segue e trasla in note questo cammino sui mari. Lo fa con un impianto sonoro potente e che ben equilibra la world music, il folk, il rock, in cui tutto fluisce con grande stile in un concetto di prog che ingloba i suddetti generi. Il viaggio di Control Toys in Soap Opera (Orangle/Universal) è invece un rumorosissimo e a tratti caotico trip nella vita della protagonista del concept; Tasha Tashì, prodotto di un mondo famigliare isterico, passa a ritmo di punk, doom, speed metal, industrial e chi più ne ha, attraverso un’esistenza non troppo felice, segno dei nostri tempi malati. Ma Control Toys ha la capacità di inglobare il tutto nei 3 minuti della forma canzone, all’interno dei quali, nel caos, trova anche il tempo per colpirci con melodie pop molto catchy. Bravò! (Viola De Soto)

JAZZ ITALIA/2
Un piano
per tre

Il pianoforte al femminile potrebbe definirsi questo percorso dove lo strumento usato da celebri jazziste viene integrato in differenti formazioni. Si può quindi iniziare con il piano solo di Simona Premazzi in Wave Gravity (Pre), dove si alternano standard e original con un tocco personale, arioso e swingante, tra mainstream e contemporary, con assolo interessanti che quasi ribadiscono un’americanità ricevuta dalla permanenza newyorkese. Si continua con il duo Stefania Tallini e Franco Piana in E se domani (Alfa Music): magistrale tour-de-force, peraltro raffinatissimo, tra pianoforte e flicorno (più tre vocalizzi) sui nuovi brani oltre i classici Estate, Embraceable You, Inutil paisagem e la title-track nota grazie a Mina. Infine Margherita Fava, per Tatatu (autoprodotto): registrato a Maumee (Ohio) la piano player residente nel Tennessee guida un quartetto con Greg Tardy, Javier Enrique, Michael J. Reed, sfoggiando un aggressivo ed eccitante hard bop, mostrandosi artista matura come solista, band leader e compositrice degli otto brani. (Guido Michelone)

LEGENDA
* nauseante
** insipido
*** saporito
**** intenso
***** unico

POP ITALIA
Come un ritorno
alle origini

BAUSTELLE
ELVIS (Bmg)

*** Nono album in carriera, a cinque anni da L’amore e la violenza. Un disco che li riporta a suoni più essenziali, come loro stessi raccontano: «Ci siamo detti che l’unico modo per tornare era quello di tornare in una forma sincera, diretta, vera, come se dovessimo ricominciare da capo. Tornare alle origini, al suonare in sala prove. E così è stato: Elvis è una rifondazione». Una rifondazione che li riporta a suoni più essenziali – anche se il sound è sempre riconoscibilissimo. Manca forse la zampata vincente, il pezzo riconoscibile, ma i fan apprezzeranno. (stefano crippa)

 

 

 

ALTERNATIVE ITALIA
Strade
americane

EMIDIO CLEMENTI/CORRADO NUCCINI
MOTEL CHRONICLES (42 Records)

**** La voce calda di Emidio Clementi declama alcuni versi dal capolavoro di Sam Shepard, a chiudere una trilogia che il leader dei Massimo Volume e il fondatore dei Giardini di Mirò Corrado Nuccini hanno iniziato con Notturno americano e proseguito con Quattro quartetti. Le parole si muovono su un tappeto sonoro di grande impatto emozionale, una miscela di ambient, elettronica, jazz, avvolgente, delicata ma oscuro. Un viaggio sulle strade d’America, tra stanze maleodoranti, bar sperduti, insegne luminose e l’asfalto infinito. Bello. (roberto peciola)

 

 

 

CLASSICA
Riattualizzare
il passato

CARLO FORLIVESI
MODERNANTICO (Stradivarius)

**** Originale esempio di fare musica colta oggi servendosi degli stilemi antichi: il compositore cinquantenne faenzino offre un cd dove presenta dieci brani che vanno dal Medioevo alla fine del Barocco, insomma da Hildegard a Haendel, passando per Banchieri, Frescobaldi, Monteverdi (più tre celebri anonimi), oltre una propria composizione (Paradisi Via) riarrangiati per svariati ensemble con organo (suonato dall’autore), due trombe, due tromboni, due cantanti liriche per un esito sorprendente nella riattualizzazione del passato. (guido michelone)

 

 

BLUES ITALIA
Parole
di elogio

ANGELO «LEADBELLY» ROSSI
IT DON’T ALWAYS MATTER HOW GOOD YOU PLAY (Bloos Records)

***** Se Luther Dickinson e Cedric Burnside spendono parole di elogio per te, un motivo deve esserci. «Leadbelly» è il miglior bluesman italiano. E continua a sorprendere. Come nella precedente uscita, Rossi pubblica un album che proietta il blues italiano nel futuro. Otto brani che sanno di Hill Country e di sapori psych vecchia scuola, di blues urbani e di boogie infernali. E mentre le parole sono cesellate ad arte, lasciatevi irretire dalla bellezza di brani come Get Me Outta Here!, Old Memories Sound Good to Me e Desperate People, per calarvi nel capolavoro Grateful to Be Here. (gianluca diana)

 

 

OST
Il rifiuto
misterioso

KRISTIAN SENSINI
A BLURRED GLASS (www.kristiansensini.com)

**** A Hollywood si dice che non si è un vero compositore di soundtrack se almeno una non ti è stata rifiutata. Magari perché troppo potente: successe a Ornette Coleman e a Charles Mingus. Per A Blurred Glass, tanto peggio per chi ha rifiutato questo lavoro di Sensini (studi con Morricone, Piovani, orchestrazioni per John Williams e Howard Shore) magnifico, dolente, denso, non sappiamo per quale film, in cui il compositore si è avvalso, per scelta precisa, di eccellenti corde tra le mani di musicisti ucraini, riservandosi le parti di synth e programmazione. Ricavato devoluto a Emergency. (guido festinese)

 

JONATHAN BREE
PRE-CODE HOLLYWOOD (Lil’ Chief/Goofellas)
*** Il nuovo lavoro dell’artista neozelandese, già leader della band The Brunettes, appare come un tuffo indietro nel tempo, in quegli anni Ottanta dove elettro e dream pop erano tra i generi più apprezzati. Bree stesso si è immediatamente reso conto del mood Eighties prevalente (un misto tra Human League, Black – quello di Wonderful Life – e Gary Numan) e per dare maggior risalto al tutto ha contattato uno che in quegli anni ha prodotto cosette mica da poco, come Nile Rodgers, qui presente come produttore e chitarrista sia nella title-track che nel singolo Miss You. (roberto peciola)

INVERNOMUTO
VERNASCADABRA (Xing)
**** Il titolo rimanda a un rituale magico e al borgo piacentino da cui provengono i due artisti Simone Bertuzzi e Simone Trabucchi assieme dal 2003; e con questo «disco d’arte» in vinile numerato, facente parte di un più ampio progetto di installazioni e performance, il duo s’appropria postmodernamente dell’ocarina, strumento a fiato di antichissime origini italiche. E il suono dell’ocarina nei sedici brani (talvolta brevissimi) qui presenti si rifà a consuetudini medievali, a un folklore immaginifico, addirittura all’hip hop britannico. (guido michelone)

KEVIN MORBY
MUSIC FROM MONTANA STORY (Dead Oceans/ Goodfellas)
*** Esce ora la colonna sonora del film del 2021 Montana Story, scritta e suonata dal cantante e autore statunitense Kevin Morby. Il disco è composto da dieci brevi tracce che sono frammenti di armonie e melodie, e tre pezzi più strutturati che richiamano i colori del West. E se ci si immerge nell’atmosfera si viaggia con la mente tra cavalli, bisonti, pianure e montagne innevate. (roberto peciola)

SCHOLA ROMANA
DIECI DECIMI (Autoprodotto)
**** Storie che si riflettono lungo le sponde del fiume Tevere, in cui si specchia una variopinta umanità della Roma contemporanea. Le emozioni generate dalle liriche dei dieci brani della band capitolina viaggiano amalgamate nelle melodie proposte, a cui oltre i canoni della canzone italiana si aggiungono i colori del blues, del jazz e un tocco di Mediterraneo. Sorprendono 16 Ottobre ’43, Boia nun passa ponte e Interno 5. Menzione per la melanconica e dolce Stazione Termini. (gianluca diana)

TAJ MAHAL
SAVOY (Stony Plain Records)
**** La voce sempre più ispida da orco buono del blues, con sapienti speziature caraibiche, e la sorpresa finalmente arrivata di un progetto lavorato per decenni: ridare corpo, fiato ed energia cinetica ai brani che si suonavano al leggendario Savoy, dove i neri (compresi i genitori di Taj!) andavano a ballare il lindy hop nell’era swing. Felici e riuscite incursioni in Duke Jordan, Ellington, Armstrong, Gershwin, ospite anche la favolosa Maria Muldaur in Baby, It’s Cold Outside. (guido festinese)

LUCA ZENNARO
ALTERA LIMES (Caligola)
**** Il luogo d’incisione, con studio mobile, è la chiesa di Santa Caterina a Chioggia, la firma del titolare quella di un giovane chioggiotto, classe 1997, il chitarrista Luca Zennaro, la data il 10 maggio 2022. Comunicare atmosfere che riescono ad essere assieme rarefatte e intense è una bella sfida, ma Zennaro, con il contrabbasso di Francesco Bordignon e la batteria dell’inglese Phelan Buorgoyne riesce a rendere la sfida una sorta di paziente, comunicativa festa quieta. (guido festinese)