JAZZ ITALIA
Un modello
di eleganza

Con il suo contralto agile venato di una nota di seducente, increspata malinconia la vocalist Stacey Kent è una campionessa di eleganza in jazz. La Candid ora ristampa, a quasi un quarto di secolo, uno dei suoi lavori più fascinosi e riusciti, Let Yourself Go/Celebrating Fred Astaire, e il connubio è perfetto. Le canzoni che cantava (e ballava) il grande Fred erano, nella sua versione, pura gioia: che uscissero dalla penna di Gershwin, di Kern, di Berlin, e via citando. Anche da qui si diparte una gioia compiuta e tornita, peraltro con accompagnatori del tutto degni. La medesima etichetta s’è impegnata anche a realizzare un’accurata ristampa del Chick Corea con la Elektrik Band, periodo quant’altri mai controverso, per il pianista sorridente scomparso tre anni fa, ma da rivalutare. Un progetto dell’86 di pura fusion elettro-acustica con virtuosi dello stile (Weckl, Patitucci, Gsambale, Marienthal qui): dalle sette incisioni segnaliamo qui la seconda e la terza, Light Years e Eye of the Beholder, rese con un suono palpitante e vivo, assai meno freddo che nelle versioni originali. Echi di funk, di flamenco, di hard bop: in scioltezza. (Guido Festinese)

ALTERNATIVE
Coordinate
folk & latin

Sei anni fa la morte di sua madre, alla quale ha fatto seguito una lunga pausa artistica culminata poi con la reunion dei Mars Volta per un disco che ha spiazzato molti, in cui le coordinate elettriche e un po’ folli della band lasciavano spazio a una sorta di pop alternativo e intimo, venato di folk e, viste le origini, di latin. Coordinate che ritroviamo anche nel nuovo lavoro solista di Omar Rodríquez-López, Is it the Clouds? (Cloud Hill Records). Per rendersi conto del cambiamento di registro ci si potrebbe accaparrare l’«agevole» cofanetto di 57 lp con l’intera produzione dell’artista di El Paso. Da ispanico a ispanico: Roberto Carlos Lange, in arte Helado Negro, dalla Florida, che torna con Phasor (4AD/Self). Il disco unisce radici latin e delicatezze dream pop, con quel po’ di alt folk à la Devendra Banhart. Chiudiamo con l’attesa uscita di The Pilgrim, Their God and the King of My Decrepit Mountain (Heavenly/Pias/ Self), esordio sui generis dei londinesi Tapir!. Si tratta infatti della raccolta dei tre ep usciti nei mesi scorsi e di cui s’è già parlato su queste pagine. Alt folk e chamber pop di gran livello. (Roberto Peciola)

AMBIENT
Il fascino
dell’ignoto

L’ignoto rivela bellezza. Esempio egregio è il doppio disco Drums & Octobass (Conradsound) i cui autori sono Keiji Haino & Guro Moe. La coppia formata dal maestro giapponese dell’improvvisazione e dalla valida musicista norvegese naviga in ambiti sperimentali con estremo coraggio. Per le capacità visionarie di cui sono dotati segnaliamo i temi Flower Which is a Small River, Which is a Yellow Sparrow e Flower of Ice Flower of Granite Flower of Earth Crust Flower of the Earths Interior Flower of Air of the Puls of the Wave, chilometrica sia nel titolo che nella durata. Residente in Svizzera ma spagnolo di nascita è Francisco Meirino che pubblica A Perpetual Host (Misanthropic Agenda). Si tratta di una produzione che si muove tra atmosfere ambient e elettroacustiche in cui silenzio e ritmi lenti hanno un peso considerevole. Terminiamo con Pelayo Arrizabalaga & Eli Gras che proponogono Áridos via La Olla Expréss. Nove incisioni dove la fusione tra acustico e digitale oscilla tra electro e impro jazz: scintillant sono Playa Vertical e Mapa de Aires. (Gianluca Diana)

CLASSICA
Pagine
romantiche

Il titolo Gocce di romanticismo (TRP Music) di Guendalina Consoli potrebbe idealmente valere quale comune denominatore dei tre cd impegnati a leggere/rileggere alcune fondamentali pagine di autori romantici ottocenteschi dell’Europa continentale. Proprio quest’album garbato per piano solo offre un esemplare compendio di uno stile, una filosofia, un credo, un’epoca: 13 brani brevi di Chopin, Brahms, Mendelssohn, Debussy (e Glinka, Albénitz, Massenet, Abelardo) simboleggiano, lungo un secolo, lo sturm und drag sullo strumento-principe che, non a caso, è anche il protagonista de La traccia della parola (Da Vinci Classics) di Clara & Robert Schuman: ben 32 pezzi. Le trascrizioni pianistiche di lei, i lieder del marito, si compendiano grazie alla sensibilità di Giulia Beatini (canto) e Valentina Messa (piano). Il lied – massima vocalità romantica – viene infine trascritto e arrangiato per chitarra a 8 corde e per duo chitarristico in Lieder (Stradivarius) di Giacomo Copiello alle prese con Mendelssohn e Schubert (capolavoro l’iniziale Ständchen D.957-4) in convincente virtuosismo. (Guido Michelone)

LEGENDA
* nauseante
** insipido
*** saporito
**** intenso
***** unico

BLUES
Una sintesi
efficace

STEFANO BARIGAZZI
WORLD IS MELTING (Fat Sounds)

***** Pubblicazione significativa per il bluesman nato a Reggio Emilia ma di casa a Palermo. Le otto incisioni rappresentano una sintesi efficace del suo percorso artistico. Il cantante e chitarrista, a dispetto della giovane età, vanta una notevole esperienza sia sul palco che come musicista di strada, circostanza che ha messo a frutto in una scrittura aderente alla contemporaneità del blues internazionale, realizzando un lavoro facilmente fruibile puntando sulla qualità anziché su scontati cliché. Disco fresco e attuale dove sonorità di stampo desert sono preminenti. (gianluca diana)

 

JAZZ ITALIA/2
Le musiche
possibili

BLEWITT
EXPLORING NEW BOUNDARIES (Ada/Warner)

**** Si inizia con Inner Struggle, ed è un fiotto di passione dai tasti di Stefano Proietti fino a temperature emotive sensibili con un’energia notevole, il guizzare del basso elettrico di Oscar Chierici a mezza strada tra il jazz rock e il lirismo felpato di Swallow, la batteria di Gian Marco De Nisi a sottolineare con intelligenza pieni e vuoti. Un esordio bello e sorprendente, Blewitt, con due tributi, a Shorter e McCoy Tyner (le cui armonie quartali a volte pesano sul suono di Proietti), e originali a mediare tra molte musiche possibili. (guido festinese)

 

CONTEMPORANEA
Introspezioni
emotive

MARIO CASTELNUOVO-TEDESCO
SONGS FROM EXILE (Stradivarius)

**** Del compositore fiorentino (1885-1968) vengono proposte due opere nate a circa trent’anni di distanza, accomunabili per la medesima forza creativa e sentimentale, con cui viene messa in musica l’introspezione emotiva di un essere umano che racconta la propria condizione di esiliato (ebreo antifascista negli Stati Uniti). Sotto la direzione di Nadir Garofalo con l’Orchestra Sinfonica d’Este, struggente appare il Guitar Concerto no. 1 in D major op. 99 (1939), mentre ha toni epici The Divan of Moses Ibn Ezra op. 207 (1966). (guido michelone)

 

ALT ROCK
Ispirazione
post punk

NEW MODEL ARMY
UNBROKEN (earMusic/Sony)

**** Il prossimo anno saranno 45 anni di carriera per la band inglese, anche se a gestire il tutto è rimasto il solo Justin Sullivan. E sapete qual è il bello? Che nonostante ciò Sullivan e compagni spingono ancora sull’acceleratore come pochi, anche decisamente più «freschi». Ascoltare Unbroken è un vero piacere, già a partire dal brano che apre, First Summer After, e magari se qualcuno se li fosse dimenticati – non sono certo tra i gruppi più rinomati dell’era post punk Eighties – sono ancora tra le ispirazioni principali della nuova scena British, a partire, ad esempio, dagli Idles. Un gran disco, punto! (roberto peciola)

 

ALTERNATIVE/2
Un’operazione
artigianale

NO-MAN
HOUSEKEEPING: THE OLI YEARS, 1990-1994 (One Little Independent/Bertus)

**** Tim Bowness e Steven Wilson sono i creatori di questa band culto della scena britannica, formatasi nel 1986 e ancora attiva. Operazioni artigianali supportate da collaboratori di lusso, come Mick Karn, Steve Jansen, Robert Fripp, Lisa Gerrard. Aperture electro, rock, suite ambient e pop danno la cifra di un’ispirazione sempre vivida che in questa esaustiva raccolta in quattro cd esamina il periodo che va dal 1990 al 1994 con l’aggiunta di inediti, outtake, versioni alternative e sessioni live registrate per la Bbc. Un fiume di note, non solo per appassionati. (stefano crippa)

 

ANNA CALVI
PEAKY BLINDERS: SEASON 5 & 6 (ORIGINAL SCORE) (Domino/Self)
**** Peaky Blinders è stata una delle serie tv di maggior successo negli ultimi anni, e forse a questo successo ha contribuito anche la colonna sonora che ha accompagnato le varie stagioni. Oltre a tracce già note di artisti come PJ Harvey, Nick Cave, Bowie, Arctic Monkeys e molti altri, a dare una forte impronta ci ha pensato la splendida penna di Anna Calvi, che ha scritto una lunga serie di brani per accompagnare le ultime due stagioni della serie. Brani, 37 in tutto, qui riuniti per farci rivivere la saga dei fratelli Shelby. (roberto peciola)

FRANCO DEGRASSI
VOICES, AN ACOUSMATIC TRIP (Auditorium)
**** Un «ascolto acusmatico» è, secondo le intuizioni e le pratiche di figure come Pierre Schafer e Luc Ferrari, la pratica di un modello di ascolto in cui ci si dimentica o è comunque impossibile identificare la sorgente dei suoni, e l’orecchio si abbandona alla varietà delle forme che affiorano. Dunque, veri e propri «paesaggi sonori» da attraversare. Degrassi qui, dopo un primo capitolo, Tracce, documenta e rimonta come in un puzzle completo voci umane di varie età e «voci» di macchine. (guido festinese)

UMBERTO FIORENTINO E CLAUDIO QUARTARONE
ANAMORFOSI (Birdbox Records)
*** Un bel vinile azzurro sancisce l’incontro fra il paludato jazzman e il giovane talento di area dotta: la scelta di standard (grande l’ellingtoniano In a Sentimental Mood) offre ai due la possibilità di conoscersi meglio sul piano dell’inventiva. Fiorentino alla archtop guitar e Quartarone alla chitarra classica dialogano a partire da stili eterogenei e influenze variegate, sino ad arrivare a far combaciare due unicità divergenti: l’impegno è coniugare la forma all’improvvisazione (e viceversa) mediante stimoli ispirativi. (guido michelone)

ELIO MARTUSCIELLO
ESERCIZI PER ESISTERE (Dissipatio)
**** Martusciello è un compositore che riesce sempre a tenere assieme le ragioni della ricerca con quelle della comunicativa: ascoltare un suo nuovo lavoro conduce in una terra di nessuno, ma è terra incognita che all’ascolto offre riferimenti e indicazioni. Spesso in una sorta di trasfigurazione, sempre ben presente. Il viaggio stavolta è un pendant musicale per le poesie accluse di Nazim Comunale, un «pensiero laterale» lirico e acuminato che va sempre a segno, sulle nostre disarmonie. Illustrazioni del pittore Peter Bartlett. (guido festinese)

ALFRED K. PAROLINO
SOUTHERN DUST TALES (Bloos Records)
*** Tra qualche anno sarà interessante osservare, con la giusta distanza, quanto e come abbia inciso l’era della pandemia su artiste e artisti sensibili al fascino onirico e notturno delle musiche popolari. In questo ragionamento possiamo includere il lavoro del bluesman campano che torna con nove tracce in bilico tra swamp blues e dark folk. Grazie anche all’aggiunta di strumenti della tradizione musicale regionale, l’esito è soddisfacente: si impongono 3rd Signature Blues, Black Gospel e Ride the Blind. (gianluca diana)