FOLK ITALIA
I luoghi
delle note
Ci sono percorsi, nei bordi meno «mediatici» delle note italiane, che in altri paesi sarebbero considerati pura eccellenza. Come quello del clarinettista e compositore Orio Odori con l’Harmonia Ensemble, formazione a trio ma spesso a geometria variabile che da oltre un trentennio attraversa con intelligenza i più diversi territori stilistici. Ne I sogni di Federico (Ma.So.) cinque composizioni, a partire da quella che intitola, usata anche come sigla su Radio 3, e poi quattro inediti che sventagliano un perfetto soundscape della post-modernità. La stessa etichetta toscana pubblica anche Saluti da casa/Ho dato il mio sangue alla musica, un cd che finalmente rimette un po’ in ordine il caotico ma vitalissimo percorso di Roberto Del Piano, bassista radicale che da mezzo secolo appare, come un folletto, nei luoghi delle note dove succede qualcosa: con gente come Liguori, Mandarini, Arcari. Altra improvvisazione da maestri? In Wells (Amirani) di Gianni Mimmo e Harri Sjöström, duetti di soprano e sopranino. Sulle orme ben segnate (senza citazionismo) di Lacy e Potts. (Guido Festinese)
GARAGE ROCK
Alle radici
della semplicità
SPERIMENTALE
Sintesi
minimalista
JAZZ
Percorsi
in parallelo
LEGENDA
* nauseante
** insipido
*** saporito
**** intenso
***** unico
OPERA
Delirio
inebriante
AA. VV.
LES NUITS DE PARIS (Palazzetto Bru Zane)
FOLK ITALIA/2
La coerenza
del cambiamento
FLAME PARADE
CANNIBAL DREAMS (Ma.So.)
SINFONICA
Una speciale
tessitura
GUSTAV MAHLER
DAS LIED VON DER ERDE (Sony Classical)
***** Uno dei capolavori di Gustav Mahler, Das Lied von der Erde, che rappresenta una di quelle opere dove la finezza rappresentativa di una interiorità, trova un livello sublime in questa nuova edizione affidata a Piotr Beczala tenore, Christian Gerhaher baritono e Gerold Huber pianoforte. È un continuo incanto, una tessitura di speciale bellezza. La loro interpretazione apre mondi diversi, insoliti, profondi. Forse solo Richard Strauss poteva competere con tanta ideale bellezza. Ma di Mahler la memoria manterrà il disgelo di un tempo freddo che è teso ad avvolgere il futuro di pace. (marco ranaldi)
ROCK
La ragazza
del punk
THE PRETENDERS
RELENTLESS (Parlophone)
JAZZ/2
Coordinate
chicagoane
MATANA ROBERTS
COIN COIN CHAPTER FIVE: IN THE GARDEN (Constellation/Goodfellas)
BLANCO WHITE
TARIFA (Nettwerk/Bertus)
*** Lui si chiama Josh Edwards, viene da Londra ma ha un’anima latina. Anima che traspare chiara e netta nelle sue composizioni, che però non rinnegano le sue radici inglesi. E così in questo secondo lavoro, nato nella cittadina spagnola di fronte alla costa marocchina che dà il titolo al disco, si ascolta una miscela di folk mediterraneo e britannico che unito alla voce di Edwards fa pensare a un Sufjan Stevens o a un Bon Iver europeo. (roberto peciola)
TIM GREEN
THE LITTLE IN-BETWEEN (Appaloosa Records)
*** Rientro per l’autore dell’ottimo A Stranger in this Time che nel 2017 fece gridare al miracolo. In questa occasione la fonte delle riflessioni del cacciatore di folk statunitense giunge da un viaggio che lo ha visto percorrere le aree rurali di Oklahoma e Indiana. L’intimità del suo vagabondare ha portato a queste nove canzoni melanconiche e toccanti e quelle che rimangono maggiormente impresse sono due storie come The Breath of Burning e New Boots. (gianluca diana)
KYLIE MINOGUE
TENSION (Bmg/Warner)
*** Cinque anni dopo Fever, la diva australiana torna con il suo sedicesimo lavoro, Tension, che poco modifica delle atmosfere di quell’album – un tributo agli anni ruggenti della dance. Un progetto che mette insieme canzoni ballabili e, come sottolinea lei stessa: «Una miscela di riflessioni personali, euforia malinconica e sensazioni da club». A trainare il tutto quella gigantesca hit che è stata Padam Padam, diventata una sorta di inno della comunità Lgbtq+. Nessun altro pezzo, se non la title-track, ha quel potenziale ma almeno non si scade nel trito e ritrito. (stefano crippa)
DANIELE MORELLI
ARS MUSICA (Off Record)
**** Daniele Morelli, classe 1984, è un chitarrista versatile e giramondo: ora risiede in Messico, prima era in Francia, in Belgio, in Olanda. La versatilità significa che jazz, prog, art rock, world music, manouche, note mediorientali sono tutte parte del bagaglio di Morelli. Che qui, in quindici tappe, geografiche e mistiche assieme, dispiega fabbricando letteralmente ogni suono e rumore naturale con la sei corde, in solitaria. Si parte da pattern ritmico melodici, poi il tutto diventa pura visionarietà per il terzo millennio. (guido festinese)
NUGARA TRIO
POINT OF CONVERGENCY (GleAM Records)
**** Dai seminari di Nuoro Jazz 2021 è scaturita questa magnifica creatura sonora che mette assieme tre giovani talenti di cui sentiremo parlare: Francesco Negri al piano, Viden Spassov al basso, Francesco Parsi alla batteria. Aggiungete il tocco argentino e imprevedibile del violino della folletta Anaïs Drago, e avrete un «punto di convergenza» che mette in conto suggestioni latine, balcaniche, nordiche, indie rock, nuova musica acustica, e tanta, tanta storia del jazz, senza sterili calligrafismi né soggezione. (guido festinese)
PETRAMANTE
ORTICA (Bassa Fedeltà)
*** Attivi dal 2009, ma fermi discograficamente al 2013, il gruppo, definibile «rock d’autore», torna con un terzo album dalla realizzazione collettiva, sperimentando con voci e strumenti, accogliendo e sviluppando temi forti a livello narrativo-filosofico: l’essere, la nascita, la morte, il tempo, l’illusione. «Lo abbiamo scritto – dicono – con la leggerezza di chi non ha nulla da perdere, o un posto da tenere». (guido michelone)