INDIE ITALIA
Impeccabile
architettura

Disco d’esordio ma SantøSpirito, quartetto abruzzese, parte alla grande con Allucinante (Dischi rurali). Basta ascoltare i tre singoli, sparati ad aprire l’album, per capire le potenzialità del gruppo, che gioca con un armamentario sonoro piuttosto vasto. Dalla generazione dei Sonic Youth, allo stoner stile Queens of the Stone Age (e per derivazione i Verdena che qua e là aleggiano nel disco), alla wave rassegnata dei primi Cure, quello che propongono SantøSpirito è un bello spettro musicale. Il tutto condito da una capacità di scrivere canzoni di grande impatto. Ma l’impatto non lo danno solo la musica, l’architettura impeccabile dei brani. Una buona parte la fanno i testi, che ci fanno arrivare un senso di desolazione, di sconfitta, di «non futuro». Marco Brosolo si ripresenta con Nubi (Numero9), un disco dedicato a Pasolini. Tramite opera di cut up di audio, video, poesie e scritti vari, Brosolo costruisce testi su cui innesta un bellissimo e raffinato tappeto sonoro che aleggia tra trip hop, jazz e arrangiamenti impeccabili. Un must per il centenario della nascita dell’artista. (Viola De Soto)

CANTAUTORATO
Una frazione
di secondo

Zing, nei fumetti, è quel rumorino metallico improvviso che si insinua tra le nuvolette dei «balloons». Zing (Ma.So.) si intitola il nuovo, intenso la voro di Letizia Fuochi, una vita sui palchi tra poesia, narrazione e teatro con la sua voce potente e amara, e lei lo intende come la frazione di secondo rivelatrice che di colpo fa capire quanto t’era sfuggito fino a quel momento. Di illuminazioni del genere è stipato Zing, dieci canzoni che «ci spiegano il mondo e poi ci consolano». Davide Giromini da Carrara, anch’egli tra note d’autore, popolari e teatro, sigla il suo decimo concept album con Manifesto Post-Pop. Cupo e avvolgente, visionario, costruito su un reticolo implacabile di parole che non fanno sconti a nessuno, e scoperchiano il neghittoso abisso di incultura contemporaneo. La voce profonda di Paolo Marrone, la chitarra classica di Massino Germini, l’armonica di Mauro Pagani per ripercorrere la storia di Roberto Vecchioni in canzoni pubblicate tra il 1976 e il 2004: E invece non finisce mai (Self). Scrigno di meditata bellezza che era il caso di ripercorrere. (Guido Festinese)

BLUES
Esperienze
di vita

Il clima si raffredda, il blues scalda il cuore. Si impegna con notevole esito Eric Demmer, che in So Fine (Gulf Records) immette l’esperienza di una vita. Che racconta di essere stato sul palco con Clarence «Gatemouth» Brown, Eric Clapton, Allman Brothers, Dr. John e gente del genere. A sax e voce il nostro si fa rispettare, mentre la band dietro di lui dà vita a un West Coast Blues divertente e di spessore. Suonate She’s So Fine, What Was I Thinking e Don’t Talk to Me. Se si eccettua la tamarra introduzione del presentatore del concerto, la registrazione dal vivo di Vanessa Collier in Live at Power Station (Phenix Fire Records) è entusiasmante. Il sax, il carisma e la voce della leader sono da applausi, come tutta la formazione capitanata dalla sempre brava Laura Chavez alla chitarra. Emergono The Run Around, Love Me Like a Man e I Can’t Stand the Rain. Menzione per Meet Me in the Bottom (Autoprod.) di Buffalo Nichols. Si tratta di un 45 giri contenente oltre alla title-track, il brano Friends: elettrico e selvaggio il primo, delicato il secondo. (Gianluca Diana)

WORLD MUSIC
Realtà
consolidata

La nuova musica brasiliana ormai simboleggia una realtà consolidata anche fuori dalla madre patria: statunitense e spagnola è anzitutto la produzione di Finesse (Seda Jazz Records) del chitarrista Sergio Pereira (da Rio de Janeiro), il quale si circonda di ben 21 musicisti a rotazione, tra cui molti jazzisti (Mark Egan, Ralph Moore, Helio Alves i più noti) per dar vita a un sound misto fra samba e bossa in dieci original spesso esclusivamente strumentali. Il sax tenore Nagual all’anagrafe Giovanni Ancorato per Italocarioca (Caligola Records) fin dal titolo esprime una decisa poetica, circondandosi di un quartetto tricolore per omaggiare, attraverso 12 proprie canzoni, la cosiddetta MPB (musica popolare brasiliana) già a sua volta riuscito sincretismo con moderne sonorità. Infine all’accordéon Federico Gili in Cantabile (Caligola) omaggia in primis il suono della fisarmonica padana, scegliendo per metà un repertorio personale, per l’altra i jazz standard e il choro brasilero, dimostrando ovunque una notevole cantabilità. (Guido Michelone)

LEGENDA
* nauseante
** insipido
*** saporito
**** intenso
***** unico

TRIBUTI
Verso
l’inaudito

MONTECALVO/OTTAVIANO/CORDASCO/VENDOLA/MAGLIOCCHI
A SECRET GARDEN IN GIANNI LENOCI’S MUSIC (NelGiocodelJazz)

,

***** Dieci composizioni del compianto pianista (morto nel 2019, 56enne); le esegue un quintetto con punti di forza nel sax soprano di Ottaviano, nella voce della Montecalvo e nella batteria di Magliocchi. L’universo sonoro di Lenoci, tra jazz e contemporanea, era teso verso l’inaudito, interessato al «processo piuttosto che al risultato». Nella musica si evocano Billie Holiday, Bheki Mseleku, Mal Waldron e Steve Lacy ma è soprattutto la complessa personalità di Lenoci che si impone. (luigi onori)

JAZZ
La specialità
della casa

JEFF PARKER
MONDAYS AT THE ENFIELD TENNIS ACADEMY (Aguirre Records)


***** Non incagliatevi nella ricerca di questo sconosciuto luogo dove Parker registra il suo primo doppio album dal vivo tra il 2019 e il 2021. Si tratta di un minuscolo bar nel quartiere di Highland Park, Los Angeles. Due le specialità della casa: le ostriche e il jazz. Sulle prime non possiamo garantire, ma sul secondo possiamo mettere le mani sul fuoco. Affermando che si tratta di un piccolo capolavoro. Assieme a lui troviamo il sax di Josh Johnson, il contrabbasso di Anna Butterss e la batteria di Jay Bellerose. Feeling, stile e qualità a iosa, che scintillano in 2019-07-08 I e 2019-08-19. (gianluca diana)

LIVE
È nata
una stella

BARBRA STREISAND
LIVE AT THE BON SOIR (Columbia/Sony)


***** «Non avevo intenzione di diventare una cantante, volevo fare l’attrice. Poi un mio amico mi disse di un contest in questo piccolo club del Village…». Inizia così la carriera – spiega lei stessa nelle note del cd – della diva newyorkese che proprio dal Bon Soir iniziò la sua ascesa. E proprio lì – live – voleva registrare il suo primo disco, nel novembre 1962, ma la resa sonora risultò pessima e quei nastri finirono in un cassetto. Fino ad oggi, quando i prodigi della tecnologia consentono ogni miracolo ed ecco così una giovane Barbra impegnata in classici del musical e del songbook americano. E si resta senza parole… (stefano crippa)

SPACE ROCK
Un viaggio
lisergico

SOLAR CORONA
PACE (Lovers & Lollipops)


**** Per chi non li conoscesse i Solar Corona sono una band portoghese che con Pace è giunta al quinto lavoro da studio. Il loro stile, prettamente strumentale, si rifà agli stereotipi dello space rock anni Settanta ma con una spinta propulsiva decisamente attuale. L’album in questione ce li presenta in una versione ipnotica e dilatata per gran parte dei sei brani che lo compongono, una caratteristica che ben si nota nella title-track – otto minuti e mezzo di puro viaggio lisergico -, il tutto senza dimenticare o disdegnare riff dal sapore post metal. Una band da scoprire. (roberto peciola)

TRIBUTI/2
Stazioni
poetiche

GLAUCO VENIER
SUITE PER PIER PAOLO (ArteSuono)


**** Qualche anno fa Stefano Battaglia con Elsa Martin tentò un’operazione simile: dare suono e ricerca alle parole di Pier Paolo Pasolini e dei poeti che a lui si ispirarono. Un nucleo di bruciante, vera creatività non sempre considerato alla stregua dei lavori teatrali, narrativi o cinematografici. Ora la parola e i suoni a Glauco Venier e al suo pianoforte lirico, con la voce nitida di Alba Nacinovich, la chitarra di Francesco Diodati, i sax di Marcello Allulli. Dodici stazioni poetiche, una più intensa dell’altra. (guido festinese)

MARTINA BIONDI/PIETRO LOCATTO
EVOCACIONES (Stradivarius)
**** Le evocazioni del titolo riguardano le sonorità iberiche della grande stagione del sinfonismo di fine Ottocento, quando dalla Spagna compositori quali Enrique Granados, Manuel de Falla, Isaac Albeniz e il più recente Gaspar Cassado esprimevano al meglio una scuola votata a evidenziare le radici popolari e folkloriche, come del resto avviene anche qui in forma cameristica, grazie all’interazione violoncello/chitarra in grado di evocare una sorta di duende musicale. (guido michelone)

WILLIAM PARKER
UNIVERSAL TOTALITY (Centering Records)
**** C’è quasi tutto il free jazz nero di svariate generazioni in questo doppio album: Dave Burrell, Grachan Moncur III, Billy Bang, Jason Kao Hwang per citare i più noti su un ensemble di diciassette musicisti, a omaggiare la musica impegnata e impegnativa del contrabbassista/compositore, oggi cinquantacinquenne: la registrazione a lungo inedita del 14 dicembre 2002 a Tribeca, premia il coraggio di un artista in grado di aggiornare una ricerca strutturalista. (guido michelone)

NICOLA PISU
DI UN CANTAUTORE E DI ALTRE STORIE (Edizioni Materiali Musicali)
**** Nicola Pisu fa (di rado: ci pensa bene sopra) dischi belli, profondi e con un elegante profumo d’antan cantautorale che molti troveranno passatista. Qui l’aggettivo prende però connotazione positiva: passatista come lo era Gianmaria Testa, che dalla propria inattualità da «cantautore» coglieva il presente e il futuro meglio di tanti altri, e aveva pure il torto di avere una bella voce, come Pisu. Figlia di quella di Faber. Mettetevi in ascolto senza fretta. (guido festinese)

SAM PREKOP
THE SPARROW (TAL)
*** La musica modulare con dentro un etereo sapore kraut, grazie anche ad un uso sapiente del sintetizzatore Prophet 5. Così si presenta il nuovo viaggio lisergico di Prekop, che prende forma in cinque tracce di cui la prima, che dona anche il titolo all’album, è di gran lunga la migliore. All’interno ritroviamo le linee guida sonore e le aspirazioni espressive dell’intero lavoro, dove vi è spazio per la ciclicità delle pulsioni ritmiche e per la capacità narrativa del vuoto e del silenzio. (gianluca diana)

SILVIA TANCREDI
LOVE (Tilt Music Productions)
**** Avanti e indietro con New York per anni, a respirare l’aria giusta per mettere assieme i brani di questo terzo lavoro. Terreno minato muoversi tra gospel, r’n’b e soul: ma una vocalità intensa e con le giuste sfumature «black» giuste (supportata da cori sontuosi) non è un fatto di colore della pelle o di passaporto ma di studio, di feeling, di partecipazione interiore. (guido festinese)

WOW SAILOR
HAPPY FEAR (Dugnad Records)
*** Wow Sailor è il progetto del musicista e produttore norvegese Kim Uglum Reenskaug. Sonorità ambient, tra field recordings, campionamenti elettronici e sintetizzatori, ma lo spettro si allarga verso altri orizzonti quando intervengono Arve Henriksen con la sua tromba o la vocalist Synne Sanden. Anche il ruolo del fratello Stig, al violino
e chitarre, permette all’album di ampliare la ricerca e il risultato finale è saporito. (roberto peciola)