Erano scesi in strada a protestare a dicembre quando Arturo, un ragazzo di 17 anni, subì 20 coltellate da parte di una baby gang a via Foria. Ieri gli studenti napoletani, circa 4mila, da Scampia sono andati in corteo alla metro di Chiaiano dove la scorsa settimana Gaetano, un ragazzino di 15 anni, è stato malmenato da un branco di coetanei di fronte ai passanti e alla vigilanza della stazione. Ricoverato, gli è stata rimossa la milza.

In due mesi più di 11 minori sono stati vittime di assalti da parte di baby gang. Ieri i ragazzi raccontavano: «La violenza è un male comune a molte città. Il vero dramma dei nostri quartieri è l’abbandono: da parte delle istituzioni ma anche degli stessi cittadini, che preferiscono farsi i fatti loro».

Il governatore Vincenzo De Luca chiede di abbassare la soglia di punibilità sotto i 16 anni e perseguire i genitori con multe salate per risarcire i danni. Il sindaco Luigi de Magistris chiede di tenere il tema fuori dalla campagna elettorale e si dice soddisfatto per le decisioni prese martedì in prefettura. All’incontro era presente il ministro Minniti che ha illustrato le misure stabilite dal Comitato per l’ordine e la sicurezza: 100 unità in più nelle zone frequentate dai giovani; lotta ai motorini selvaggi; un presidio di polizia in ogni municipalità; un protocollo con il tribunale dei minori per togliere la patria potestà ai genitori coinvolti in associazioni camorristiche. C’è stato anche l’annuncio della firma, oggi, del progetto per 400 ragazzi del Rione Sanità (da affiancare nel percorso di studi) e il ritorno dei Maestri di strada, magari utilizzando il fondo da 2milioni del Pon Sicurezza.

Il progetto Maestri di strada, che in origine si chiamava Chance, venne finanziato la prima volta nel 1998 dal governo poi se ne fece carico la regione, nel 2009 è stato cancellato. Per sopravvivere ha dovuto cercare fondi privati. Spiega Sergio D’Angelo, presidente della cooperativa sociale Gesco: «I servizi socio sanitari vennero messi a sistema dalla legge 328 del 2000, che istituì il Fondo nazionale per le politiche sociali. La prima dotazione fu di un miliardo, ora siamo a 300milioni. A questo si sommano i tagli dello stato agli enti locali, che al Sud pesano di più: il reddito medio è più basso quindi non è possibile compensare con le tasse. Leggo degli interventi contro le baby gang: esercito, repressione, abbassamento dell’età punibile. Piacciono a sinistra e a destra, sono molto costosi e servono solo a mettere una pezza ai danni prodotti dai tagli al Welfare, che hanno impoverito le prestazioni socio educative».

E il progetto per la Sanità? «Sono due anni che il rione lotta per avere interventi dal governo – racconta padre Alex Zanotelli -, da quando a settembre 2015 venne ucciso da una ’stesa’ Genny Cesarano e le mamme del quartiere vennero da me a chiedere di manifestare per dare un futuro ai loro figli». Ma Minniti ha messo sul tavolo il progetto per 400 minori: «Abbiamo chiesto più scuola, lavoro e sicurezza e con molto ritardo ci danno le briciole». La rete un Popolo in cammino chiede un asilo comunale che copra l’area interna della Sanità; una scuola media (oggi ci sono solo tre classi), in una zona dove l’evasione in quella fascia oscilla tra il 30 e il 40%; il rafforzamento dell’istituto superiore Caracciolo, dove l’evasione è al 50% e il 74% degli studenti vengono bocciati. «La repressione senza futuro produce solo rabbia» conclude Zanotelli.

La Campania, spiega Save the Children, è la seconda regione per numero di ragazzi che lasciano precocemente la scuola (18,1% contro il 13,8% nazionale), il 27,5% dei minori è in povertà relativa (contro il 22,3% nazionale), mentre le famiglie con minori in povertà assoluta sono quintuplicate in dieci anni.

Il Miur spiega: in quinta elementare comincia la corsa verso l’alto degli alunni del nord-ovest e quella verso il basso dei bambini del sud. Differenze che si fanno più forti in terza media e si consolidano al secondo anno delle superiori. Una tendenza monitorata almeno dal 2000.