Si è tenuta mercoledì pomeriggio a Roma la riunione del Comitato di gestione del Grande Progetto Pompei: alla presenza del ministro dei Beni culturali, Dario Franceschini, i sindaci dell’area intorno agli scavi individuata come Buffer zone (la stessa Pompei, Portici, Ercolano, Torre del Greco, Trecase, Boscotrecase, Boscoreale, Torre Annunziata, Pompei e Castellammare di Stabia) hanno discusso dei piani di recupero ambientale dei comuni. È stata anche l’occasione per rimettere sul tavolo il progetto, fortemente voluto da Franceschini, dell’Alta velocità a Pompei. Il ministro ha annunciato che se ne riparlerà a settembre, in un nuovo incontro del comitato dedicato ai collegamenti ferroviari.

Il progetto è stato presentato agli amministratori locali a settembre 2015 dalle Ferrovie dello Stato, con l’ok del Mibact e del dicastero delle Infrastrutture. L’hub Pompei Scavi dovrebbe sorgere in corrispondenza dell’intersezione della linea ferroviaria Napoli – Salerno con la metropolitana regionale Eav (Circumvesuviana). La struttura da 1.500 metri quadrati prevede anche un parcheggio di interscambio da 200 posti auto. Attraverso un percorso pedonale, i passeggeri accedono direttamente dalla banchina agli scavi: all’interno della stazione un punto ristoro, info point, negozi, bancomat, area relax e wi-fi. Tempi di realizzazione previsti 36 mesi per un costo di 32 milioni (fondi europei, nazionali e regionali). Così, ad esempio, in tre ore da Firenze o in un’ora e mezza da Roma si potranno visitare le antiche domus bypassando completamente Napoli e persino la stessa Pompei o le aree intorno.

Le Ferrovie avevano già preparato un progetto simile nel 2010, la stazione Vesuvio Est, ai tempi del quarto governo Berlusconi. Lo scorso dicembre i rendering sono stati presentati alla stampa in occasione della visita di Renzi e il sindaco Pd della città degli scavi, Nando Uliano, ha puntato i piedi contro il progetto che, di fatto, azzera i benefici dei 3milioni all’anno di turisti in visita. Da allora dell’hub non se n’è più parlato ma mercoledì è arrivato l’avviso: a settembre Franceschini chiederà il sì delle amministrazioni. Uliano ha replicato via social: «Dopo mesi di lavoro per dare proposte e riflessioni, mi sono ritrovato sul tavolo nuovamente il progetto dell’hub ferroviario. Difenderò i miei cittadini, urlerò al mondo intero che non voglio una città spaccata in due. La problematica fatta emergere dal governo Uliano è sostenuta in pieno dalla Città Metropolitana».

Contrari anche i 5Stelle. In una mozione che sarà depositata alla Camera a settembre, i pentastellati svelano un aspetto che nei rendering non c’è. Il 22 settembre 2015 il Comitato di gestione ha preso atto dell’accordo tra Fs ed Eav per il collegamento Porto di Napoli – Pompei Scavi: «Il costo stimato del solo hub è di 17milioni, mentre il costo complessivo dell’intero progetto, che prevede anche l’attrezzaggio del servizio navetta tra molo Beverello e fermata Varco Carmine, oneri vari e spese tecniche e generali, si aggira tra 35milioni800mila euro e 46milioni». Auto, treno o nave, tutti i flussi vengono intercettati e indirizzati all’hub.

Luigi Gallo, parlamentare campano dei 5S, spiega: «Lavoriamo da tre anni all’idea di un distretto turistico con percorsi tematici nell’intera Buffer zone di Pompei, per trattenere il turista e permettergli di conoscere tutte le bellezze culturali, archeologiche e naturali dell’area vesuviana. Il governo con il progetto dell’hub vuole incentivare il turismo mordi e fuggi, noi a questo contrapponiamo il modello dei distretti di grande bellezza». E sull’infrastruttura: «L’idea di Renzi e Franceschini è quella di costruire un ecomostro che accentrerebbe e indirizzerebbe il flusso turistico esclusivamente agli Scavi e a un centro commerciale di tre piani, deprimendo le visite nei siti archeologici degli altri comuni oltre che nella stessa Pompei». I 5S chiedono che si investa nell’interscambio tra Ferrovie ed Eav, nel potenziamento delle stazioni Fs del distretto con navette turistiche ecologiche. Soprattutto, chiedono il rilancio delle linee già esistenti a partire dalla metropolitana regionale, che versa in uno stato pietoso grazie ai tagli al trasporto locale.