«Se l’obiettivo della misura del governo è combattere l’invisibilità e l’illegalità, perché limitarla a pochi settori quando la presenza dei lavoratori stranieri è fondamentale per edilizia, logistica, attività manifatturiera e in tanti altri ambiti lavorativi?», si legge sul sito della campagna Ero Straniero. Il testo spiega le proposte di emendamenti per rendere più inclusivo il provvedimento di regolarizzazione dei migranti contenuto nel Decreto Rilancio (la cui discussione inizia oggi). Le posizioni della campagna sono sostenute dal Tavolo asilo nazionale, che raccoglie numerose associazioni e Ong che si occupano delle questioni relative ai cittadini migranti.

Le proposte di modifica vertono su tre punti. Il primo è consentire ai datori di lavoro di tutti i settori economici di poter assumere e mettere in regola il personale straniero impiegato. La regolarizzazione, infatti, è stata riservata dal governo soltanto ad alcune categorie: agricoltura, allevamento, zootecnia, pesca, assistenza alla persona e lavoro domestico. Le associazioni chiedono che lo stesso diritto a ottenere il permesso di soggiorno sia riconosciuto anche a tutti i lavoratori degli altri settori economici.

La seconda proposta di modifica riguarda la semplificazione delle pratiche richieste per dimostrare la presenza nel paese prima dell’8 marzo 2020 con l’obiettivo di riconoscere a tutti coloro che ne hanno i requisiti la possibilità di mettersi in regola. Per ultimo è richiesta la proroga del termine del 15 luglio per la presentazione delle domande, anche alla luce della lunghezza e della poca chiarezza delle procedure.

Gli emendamenti sono stati presentati alla Camera dal deputato di +Europa Riccardo Magi, che afferma: «Se si fa una regolarizzazione motivandola, come in questo decreto, con lo scopo di rafforzare la prevenzione sanitaria bisogna avere l’obiettivo che sia più larga possibile. Ampliamento dei settori e prolungamento della finestra temporale, quindi, sono elementi decisivi». Magi ha anche presentato un altro emendamento a cui ha lavorato la rete Grei 250 (Gruppo di riflessione su regolarizzazione e inclusione) che prevede la possibilità di convertire il permesso di soggiorno per richiesta di protezione internazionale in quello di soggiorno per lavoro.

La posizione dei richiedenti asilo rispetto al provvedimento di regolarizzazione presenta ancora diverse zone d’ombra e c’è il rischio di interpretazioni contrastanti sul rapporto tra le varie tipologie di documenti che garantiscono la regolare presenza sul territorio.