Più che la chiusura di una campagna elettorale sembra una prima a teatro, con il pubblico che aspetta l’arrivo del primo attore per prendere posto e godersi la serata. Senza nulla togliere a Marcello De Vito, l’avvocato 38enne scelto dal Movimento 5 stelle come candidato al Campidoglio, ma è proprio quello che succede a Piazza del Popolo dove ieri sera Beppe Grillo ha chiuso lo tsunami tour 2013 e la corsa verso il Campidoglio. Per tutto il pomeriggio il popolo grillino non risponde all’appello del movimento e non si fa vedere nella piazza, dove per molto ore a dominare è solo il colore verde delle pettorine dei militanti 5 stelle. Bisogna aspettare le nove perché si riempia davvero, quando il leader, in arrivo da Viterbo, fa finalmente il suo ingresso. «Questi sono degli eroi», attacca subito indicando gli eletti del movimento. Poi si accorge di de Vito e lo abbraccia: «Scusami, non ti avevo visto», gli dice. Ma la prima parte dell’intervento è tutto in difesa del suo movimento. Se la prende con il Corriere della sera che, dice, «in un articolo becero ci dava dei grillini e dei dilettanti…». Invece «lavorano anche di notte, io li ho visti», spiega alla piazza. «Se non fosse stato per loro la prima tranche da venti miliardi per le piccole imprese non sarebbe mai arrivata ma sarebbe finita alla banche », prosegue.

Una difesa necessaria. Il leader sa che il modello che ha costruito e portato al successo rischia di essere entrato in crisi, quindi deve cancellare le eventuali incertezze degli elettori. E lo fa con lo stile travolgente che lo contraddistingue. Nel mirino, scontato, anche Berlusconi al quale manda un avvertimento: «Stai attento nano, che io sono molto sconclusionato e tireremo le somme a breve». «Ci siamo solo noi, il capocomico e il nano, ne resterà uno solo».

Del resto a parte una breve apparizione durante l’elezione del presidente della repubblica, l’ultima volta che il comico si è visto a Roma in pompa magna è stato a San Giovanni per il comizio di chiusura delle politiche. Un pienone difficile di ripetere. Dopo quel giorno, infatti, ci sono state le polemiche che hanno diviso i grillini, le liti sulla diaria e tutte le partite politiche perse, da quelle sul governo a quella per il Colle. A De Vito, adesso, tocca l’ingrato compito di tirare le somme di tutto questo e vedere se il totale sarà ancora soddisfacente come a febbraio, quando l’M5s a Roma ha fatto il pieno con il 27,27% dei voti, molti dei quali presi nei quartieri tradizionalmente legati al sindaco Alemanno. Un traguardo che oggi sembra difficile di eguagliare. Anche perché De Vito ha fatto la sua campagna elettorale da solo, senza l’aiuto di Grillo che si è fatto vedere solo ieri sera.

Sotto il sole tiepido del pomeriggio, però, il giovane avvocato specializzato in appalti pubblici mostra ottimismo. «I sondaggi dicono che sono vicinissimo a Marino e Alemanno», dice con forse troppo ottimismo. Nel frattempo non mancano i corteggiamenti nei suoi confronti, come quello dell’imprenditore Alfio Marchini che ieri è arrivato a proporgli il posto da vicesindaco in caso di vittoria della sua lista. «No grazie, facciamo da soli», è stata la risposta di De Vito che respinge anche le voci di presunti accordi con Ignazio Marino, il chirurgo candidato sindaco del Pd.

«Siano convinti di arrivare al ballottaggio», dice Roberta Lombardi, che a un certo punto arriva in piazza insieme a Vito Crimi. «Se ci arriveremo Roma sarà nostra – prosegue la capogruppo alla Camera – altrimenti non votiamo per nessuno». Dal palco trasmettono anche un video in omaggio a don Andrea Gallo, morto due giorni fa Genova. La gente apprezza e al prete degli ultimi dedica l’applauso più caloroso.

Metropolitane di superficie, piste ciclabili, ma soprattutto il taglio delle spese correnti inutili dal bilancio comunale, a partire dai super stipendi dei manager. E la promessa di trasformare Roma nella capitale del turismo. D Vito ripete i punti centrali sui quali ha puntato la sua campagna elettorale, approfittando anche dello sciopero dei mezzi pubblici che ieri ha fatto soffrire Roma. Ha quindi gioco facile per una affondo nei confronti di Alemanno: «Credo che il caos che stiamo vivendo oggi sia il miglior psot per il cambiamento – dice – I dati dicono che a Roma arrivano meno turisti che a Berlino e Instabul. Visto quello che stiamo vivendo oggi è quasi un bene».-