C’è un filo rosso che, da Dove finisce Roma (2012) sino a La stagione che verrà (2015), lega i testi di Paola Soriga: l’attenzione al passaggio della linea d’ombra che separa l’adolescenza dal pieno ingresso nell’età adulta. Ingresso in un mondo che non concede molto, segnato com’è da precarietà, solitudine e disillusione. Vale anche per il nuovo libro di Soriga, Maicolgécson (Mondadori, pp. 179, euro 17,50). A dire la verità Remigia Porcu, la protagonista, la linea d’ombra non la oltrepassa. La vede da lontano, perché è una bambina. E vorrebbe che fosse come gliela fa sognare l’immaginario che inonda di luci e imbelletta di lustrini il decennio in cui lei è nata, gli anni Ottanta del secolo scorso. Remigia vive nel profondo di un’isola in cui la lontananza non è soltanto un dato geografico. È molto di più, un dato di cultura, carico di connotazioni antropologiche, e che però si contamina con lo spirito dell’epoca: il tempo in cui la mutazione del paesaggio antropologico italiano trova il suo definitivo compimento.

CORRE L’ANNO 1980 quando Remigia nasce. Viene alla luce in un piccolo paese del Campidano, vicino a Cagliari, che potrebbe essere benissimo Uta, dov’è nata, nel 1979, anche l’autrice. Siamo nelle profondità di una terra in cui isolamento e lontananza non sono soltanto un dato geografico. Sono molto di più, un dato di cultura. Una diversità esposta al tempo, che Soriga coglie nel momento in cui viene destrutturata per sempre nel passo epocale in cui la mutazione del paesaggio antropologico italiano trova il suo definitivo compimento.

È scura che «sembra marocchina», Remigia, e ha capelli ricci e crespi. «Somiglia a Michael Jackson», commenta un parente. E Maicolgècson diventa il suo soprannome. Le resterà cucito addosso come un destino. Figlia unica, Remigia vive in una famiglia allargata dove zii e zie, cugini e cugine tessono quotidianamente una rete di rapporti attraverso la quale i più piccoli socializzano, crescono. I cugini e le cugine più grandi ascoltano i Queen e Bob Marley, ma anche le canzoni di Sanremo e le reti tv berlusconiane. A poco a poco per la bambina il mondo della televisione e dello spettacolo diventano orizzonte della vita.

È QUELLO IL MONDO, lì Remigia sogna di vivere il suo futuro. Prende lezione di canto e siccome se la cava non male la maestra la manda in tv, concorrente in un programma per piccoli cantanti. Gli studi della Rai a Roma sono un mondo poco ospitale per una bambina e le cose non vanno proprio del tutto bene, ma Remigia tiene duro. Uta è lontana, all’orizzonte le luci della ribalta. Lei vuole diventare come Madonna. C’è un motivo (l’unico) per cui vale la pena seguire i talent show che in tv hanno per protagonisti giovanissimi aspiranti cantanti o magari cuochi.

Se si riesce ad astrarsi dal meccanismo dello show, dalla competizione, dalle domande dei conduttori e dalle risposte dei concorrenti meccanicamente indotte dagli adulti in ossequio a un copione banale e prevedibile, avviene un miracolo: oltre la manipolazione e l’inganno, sullo schermo appare, commovente, l’innocenza delle ragazze e dei ragazzi. Loro sono lì perché credono davvero che quello sia un mondo meraviglioso. La stessa toccante innocenza si manifesta, come in un’epifania, nelle pagine di Maicolgècson. Alla disillusione, che nel passaggio della linea d’ombra può desertificare i rapporti e paralizzare l’azione, Remigia risponde con un’irresistibile risata. Cerca, come può, di vivere, di restituire al mondo un po’ d’incanto.

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SCHEDA. Dal 26 al 29 agosto QuFestival a Orani

Dal 26 al 29 agosto a Orani, in Sardegna, prenderà avvio la terza edizione del «QuFestival. Quando tutte le donne del mondo», iniziativa che nasce da un’idea di Bastiana Madau. Si comincia con un incontro dedicato alla lettura de «La peste» di Albert Camus oggi, con Yasmina Mèlaouah, Maria Teresa Carbone e Dominique Vittoz. Il 27 sarà la volta di Maria Antonietta Cocco e Giuseppe A. Samonà. Il 28, Bastiana Madau intervista Giacomo Mameli; e Paola Soriga presenta, con Alessandra Pigliaru, il suo romanzo, «Maicolgècson». Si chiude il 29 con un omaggio a Dante.