Proprio alla vigilia della firma dell’accordo con Etihad, la vicenda Alitalia prende una svolta imprevista: i dipendenti di terra, addetti alla movimentazione bagagli – che già da giorni stavano rallentando il servizio a Fiumicino – hanno deciso di assentarsi in massa. Con il ricorso a uno strumento molto controverso, il certificato medico. Terreno scivoloso, che ha subito scatenato le reazioni prima del Garante per gli scioperi, e poi del ministro Maurizio Lupi. Il titolare dei Trasporti, tra l’altro, poco prima che arrivasse l’annuncio della clamorosa protesta, aveva reso pubblico l’ok definitivo della compagnia emiratina.

Lupi aveva incontrato a Palazzo Chigi, insieme al sottosegretario Graziano Delrio e ai vertici del ministero dell’Economia, il presidente e ceo di Etihad, James Hogan. Il manager, visto che è ormai quasi di casa in Italia, forse non si turberà troppo nel siglare oggi l’intesa in un contesto di scontri e caos.

Gli esuberi, aveva spiegato il ministro dei Trasporti alla fine dell’incontro, «sono circa 950»: «Avranno però gli ammortizzatori sociali – ha subito aggiunto Lupi – e saranno anche accompagnati a trovare altro lavoro. Con il sistema aeroportuale di Fiumicino, che si svilupperà, e di Malpensa, che avrà un forte rilancio, ci sarà opportunità di impiego per tutti». Con una postilla: «Sugli esuberi c’è già un accordo quadro – ha ricordato il ministro – e gli impegni del governo sono quelli firmati con l’80% delle rappresentanze sindacali».

Appunto. Evidentemente quell’accordo sugli esuberi, non piace affatto ai dipendenti. Perlomeno a quelli che rischiano di essere coinvolti, come appunto il personale di terra, che figura nella lista dei “licenziandi”. Ecco quindi la protesta “selvaggia” degli ultimi giorni: cioè senza previa autorizzazione del Garante, spesso adottando il metodo dello “sciopero bianco”, ovvero applicando alla lettera e in modo puntiglioso contratto e mansionario. Ed ecco quella, più pesante e che alimenta polemica, di questo weekend: il certificato medico.

Il primo a darne notizia è lo stesso Garante, con un comunicato allarmato e insieme di condanna, che segue peraltro alla richiesta, avanzata alla stessa Alitalia, di «individuare i responsabili dello sciopero selvaggio». Ma poi l’annuncio: Alitalia «ha comunicato all’Autorità di garanzia per gli scioperi che, nel prossimo fine settimana, vi sarebbe l’altissimo rischio che gran parte del personale tecnico della compagnia, in servizio presso l’aeroporto di Fiumicino, possa astenersi in massa dal lavoro, presentando certificati medici».

«Si tratterebbe di un vero e proprio “attentato” ai diritti dei cittadini-utenti, in sfregio alla legge che disciplina l’esercizio del diritto di sciopero», recita ancora la nota del Garante, che reputa «intollerabile» il ricorso ai certificati medici, definendolo «uno strumento potenzialmente fraudolento». Infine, la possibilità che si arrivi alle denunce: «Di fronte a un’eccezionale assenza per malattia, segnalerò ogni abuso alla Procura della Repubblica per gli eventuali seguiti di competenza», conclude l’Authority.

Anche Lupi scende sul sentiero di guerra: «Ho definito vergognosi e incomprensibili gli scioperi bianchi di questi giorni che hanno creato gravissimi disagi ai turisti italiani e stranieri nei giorni di massima affluenza – esordisce il ministro dei Trasporti – L’azione di domani (oggi, ndr) potrebbe portare alla paralisi dello scalo di Fiumicino. Se tutto ciò fosse vero non sarebbe accettabile nè tollerabile. Ho chiesto al ministro della Salute di attivarsi per provvedere a tutti i controlli del caso». Scoverà Beatrice Lorenzin, come chiede Lupi, eventuali medici che si vorranno alleare ai lavoratori in sciopero?

Anche l’Enac afferma che «bisogna prendere provvedimenti duri a tutela dei passeggeri».

Condanna l’uso dei certificati il sottosegretario all’Economia, Pier Paolo Baretta (Pd). Come il leader della Cisl, Raffale Bonanni: «C’è qualcuno che soffia sul fuoco».

L’accordo che sarà siglato oggi prevede per Alitalia, al 2018, 105 destinazioni servite (26 nazionali, 61 internazionali e 18 intercontinentali) e punta a superare quota 23 milioni di passeggeri trasportati.