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Gli amici di Juantorena, azzurri vincenti

Gli amici di Juantorena, azzurri vincentiUna fase di Italia Olanda

Sport La nazionale che fa battere il cuore - dopo la disastrosa estate mundial - gioca a volley. Due settimane di successi e spettacoli e stasera prima partita del mini girone contro la Serbia

Pubblicato circa 6 anni faEdizione del 25 settembre 2018

L’Italvolley che risolleva lo sport italiano. Due settimane di spettacolo, successi (che non fa male), entusiasmo nei palazzetti (pieni), famiglie al volley, bambini con la maglietta azzurra, ascolti televisivi alle stelle: i Mondiali del successo, che l’Italia ha organizzato (e bene) assieme alla Bulgaria, con un grande evento di nuovo nel nostro Paese, in attesa delle Universiadi di Napoli del prossimo anno o delle Olimpiadi 2026, chissà. Un tonico dopo un’estate deprimente e la mancata qualificazione mundial della nazionale di calcio. Si era a corto di emozioni, tifo, personaggi da conoscere, inquadrare, ammirare.

Ed ecco invece la storia di Ousmany Juantorena, cubano con Italia seconda pelle, uno dei fuoriclasse del gruppo azzurro che dieci minuti dopo la fine della partita perduta con la Russia si è messo in auto, Milano-Civitanova, oltre 400 chilometri, per cogliere i primi attimi di vita, alle 8 del mattino, di sua figlia Angelica. E se poco si sapeva di Simone Giannelli, 22 anni, destinato a diventare a breve il più forte palleggiatore al mondo dopo aver visto solo su YouTube suoi nobili predecessori, da Paolo Tofoli a Marco Meoni, Ivan Zaytsev, lo Zar, è la faccia più mediatica della nazionale italiana. Da genitori russi, il papà palleggiatore dell’Urss tra gli anni 70 e 80, dieci anni per ottenere la cittadinanza italiana, da poco è rientrato nel giro azzurro e finito al centro di polemiche e di un flusso di vomito social per aver detto pubblicamente di aver fatto vaccinare i suoi figli. «Sono uno sportivo ma anche un cittadino, provo a sfruttare la mia immagine per sensibilizzare su temi che mi stanno a cuore», ha spiegato, prima e dopo seppellito dagli insulti dei no Vax.

E poi c’è il commissario tecnico, Blengini, una sorta di normalizzatore, non un santone alla Julio Velasco, attuale guida dell’Argentina (e squalificato per il gesto dell’ombrello a un arbitro..) che negli anni Novanta ha fatto salire la febbre della pallavolo in milioni di italiani, con la sua generazione di fenomeni che collezionava Mondiali, Europei, World League, ma non le Olimpiadi. Insomma, missione compiuta, il volley si è preso la scena tra fine estate-inizio autunno, ora l’attesa è almeno per il podio, da domani con la Final Six e l’Italia finita con Serbia (che sarà la prima partite del mini girone, a Torino, stasera ore 21,15) e Polonia, avversari di spessore ma il meglio è finito nell’altro gruppetto, dalla Russia campione d’Europa, il Brasile campione del mondo e gli Stati uniti. Ovvero, le tre favorite per il podio, assieme agli azzurri.

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