Mancano ancora garanzie sul futuro lavorativo dei 390 addetti diretti della Gkn di Campi Bisenzio e su quelli degli appalti. E’ netto il giudizio della Fiom Cgil, al termine del nuovo incontro al Mise con l’advisor Francesco Borgomeo. A quest’ultimo la multinazionale vuole affidare lo stabilimento entro fine anno, impegnandosi a non licenziare. Ma di fatto defilandosi, come sottolinea la Uilm, lasciando al loro destino gli operai a cui ha chiuso la fabbrica dalla sera alla mattina.
“Dobbiamo capire cosa accade dal 23 dicembre in poi – rispondono così a una voce Michele De Palma, Daniele Calosi e Silvia Spera della Fiom – e le organizzazioni sindacali dovrebbero essere coinvolte nelle scelte. Non siamo disponibili a fare gli spettatori. Prima di arrivare alla soluzione di carattere industriale, la questione fondamentale da chiarire è la continuità occupazionale nella fase di traghettamento”.
Nell’incontro, Borgomeo ha delineato gli avanzamenti delle trattative con i due soggetti interessati al percorso di reindustrializzazione, o per produrre macchinari per l’industria farmaceutica o, in alternativa, componenti per energie rinnovabili. L’advisor si è anche detto disponibile a prendere in carico il progetto industriale, se le trattative fallissero.
Ma sul tema, decisivo, della continuità occupazionale, sono ancora troppe le nubi. “Per questo chiediamo al governo di assumere un ruolo di garanzia e di controllo – spiega la Fiom – perché al netto del vincolo di riservatezza posto dall’advisor, vogliamo capire quale ruolo politico intende esercitare il governo, assieme alle istituzioni, non solo in una eventuale reindustrializzazione ma anche nella precedente fase di passaggio”. Insomma un accordo per il rilancio industriale deve avere tempi precisi, e una assunzione di responsabilità da parte di tutti i soggetti coinvolti nella vertenza.
“Ad oggi l’unica cosa ufficiale che possiamo dire è che i licenziamenti in Gkn non sono passati – chiosa la Rsu Gkn – e questo è un risultato della lotta. Tuttavia rimane il grande problema dell’assenza di una politica industriale pubblica e del ridimensionamento del settore dell’automotive, nonostante i numerosi fondi del Pnrr”. Un nodo che potrebbe essere sciolto con il progetto di un polo pubblico della mobilità sostenibile, delineato dagli stessi operai insieme agli economisti della Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa. Visto il comportamento della multinazionale, la Rsu torna poi a ribadire l’importanza di sostenere la “legge operaia” redatta dai giuristi progressisti. “C’è la necessità di approvare l’emendamento sulle delocalizzazioni in discussione in commissione bilancio in questi giorni”.
“Sul versante degli ammortizzatori sociali – spiega infine la Fiom – il ministero del lavoro ha spiegato che con la legge di bilancio dovrebbero esserci nuovi strumenti di accompagnamento utili a coprire i prossimi mesi. Nel frattempo, in particolare a gennaio, i lavoratori saranno retribuiti con l’utilizzo delle ferie”.