Ci riprovano ancora i vertici di Gkn. Dopo aver cercato di parlare con i soli sindacati in un hotel, ottenendo un secco diniego, ora cercano di “abbellire” l’iniziativa. Convocando un incontro, nel giro di 24 ore, alla Confindustria locale. Ancora una volta tenendo fuori dalla porta le istituzioni. A partire dagli enti locali, che pure hanno fatto sapere a più riprese di non voler essere esclusi dalla trattativa.
La richiesta fatta dalla direzione aziendale della multinazionale fa arrabbiare una volta di più la Fiom fiorentina. “La scorsa settimana ci avevano comunicato l’intenzione di aprire la procedura di consultazione sindacale – riepiloga Daniele Calosi – e noi avevamo già chiarito che la sede naturale dell’incontro sarebbe dovuta essere quella del Mise. Invece oggi, soltanto oggi, abbiamo saputo della convocazione del tavolo da parte del management Gkn per domani (oggi per chi legge,ndr), alla Confindustria di Firenze, ‘ai sensi di quanto previsto dall’articolo 9 del contratto nazionale dei Metalmeccanici, in applicazione della sentenza del Tribunale del Lavoro di Firenze del 20 settembre scorso”.
Il segretario generale dei metalmeccanici fiorentini e pratesi della Cgil tira le somme dell’ennesima, disinvolta mossa della direzione aziendale: La convocazione per domani conferma ancora una volta la volontà della Gkn di escludere dai ‘giochi’ le istituzioni locali e nazionali, con l’evidente obiettivo di procedere il più velocemente possibile alla chiusura dello stabilimento”.
Al tempo stesso Calosi guarda con attenzione all’escamotage messo in pratica dal management Gkn: “Come Fiom abbiamo chiaro che la procedura prevista dall’articolo 9 non obbliga le parti alla partecipazione o all’utilizzo della sede istituzionale. Ma allo stesso tempo non lo vieta”. E qui, per la Fiom – e non solo – entra in gioco il valore specifico della partita: “E’ impensabile, data la rilevanza industriale e sociale, gli interessi in gioco e la dimensione nazionale della vertenza, che le istituzioni democratiche presso cui si sono svolti gli incontri fino ad ora possano essere escluse. A maggior ragione dal momento che l’azienda si rende disponibile al confronto in sede istituzionale, proprio nella lettera in cui ci convoca alla consultazione di domani”.
Insomma un “doppio binario”. Ma con il principale obiettivo di velocizzare il riavvio della procedura di licenziamento collettivo per i 500 operai di Campi Bisenzio. Di qui il “repetita iuvant” della Fiom fiorentina: “Pur essendo disponibili a un incontro tra direzione aziendale, Rsu Gkn e organizzazioni sindacali provinciali, ribadiamo la necessità che il tavolo sia convocato presso il ministero, visti anche gli importanti proclami fatti dalle diverse personalità politiche e istituzionali davanti ai cancelli della fabbrica e sui media”. Con una postilla importante: “Non siamo certo meravigliati del repentino cambio di posizione della Confindustria fiorentina, ma ci preme comunque sottolinearlo dato che la stessa organizzazione datoriale lo scorso 9 luglio, in una nota stampa ufficiale, aveva preso le distanze dal comportamento dell’azienda, e chiesto il rispetto dell’ ‘avviso comune’. A quanto pare i rappresentanti degli industriali fiorentini hanno poco a cuore la tutela del patrimonio sociale e industriale del nostro territorio”.