«Youns doveva essere curato, non ammazzato. Anche noi siamo italiani e io so che gli italiani ci aiuteranno ad avere giustizia. Non si può rispondere a un pugno con uno sparo». Bahija El Bousettaoui, sorella dell’uomo ucciso martedì sera a Voghera dall’assessore leghista alla Sicurezza Massimo Adriatici, parla davanti alla folla che riempie piazza Meardi e che grida «assassino, assassino», a pochi passi dall’ingresso del bar Ligure dove il fratello è stato colpito da un proiettile.

LA DONNA, ATTORNIATA dalla famiglia, chiede giustizia dal centro della piazza, sull’erba della rotonda che due settimane fa ospitava i bagordi per la vittoria agli Europei di calcio. E chiede che tutti i filmati delle telecamere vengano consegnati ai legali della famiglia, perché finora è stato reso pubblico un video dal quale non emerge il momento dello sparo: «Com’è possibile che sia uscito un solo video con tutte le telecamere che ci sono qui? Se qualcuna non funzionava come dicono, la diano ai nostri tecnici, così verifichiamo».

YOUNS, NOTO ALLE FORZE dell’ordine e con una fragilità psichiatrica, aveva aggredito Adriatici con un pugno; l’assessore anche martedì sera passeggiava con un colpo pronto in canna, come era solito fare. È emerso che la sindaca Paola Garlaschelli fosse stata avvisata dalle stesse forze dell’ordine riguardo il comportamento dell’assessore, ex poliziotto e docente della scuola allievi di Polizia.
Piazza Meardi è crocevia della città e ieri, nella rabbiosa presenza massiccia di immigrati, seconde e terze generazioni, rappresentava la fotografia di un’Italia che si sente discriminata e ignorata. Accanto alla famiglia El Bousettaoui lo ha chiarito Davide Piccardo, direttore del giornale online La Luce: «È indegno di un paese civile che oggi non ci sono tutti i rappresentanti delle istituzioni e della politica, da destra a sinistra».

VOGHERA RAPPRESENTA così anche la gestione del centrosinistra del tema sicurezza, perché se ci si aspettava che mancasse gran parte di una cittadinanza governata da vent’anni dal centrodestra, con il traino prima di Forza Italia e oggi della Lega, a stupire è che una manifestazione per chiedere giustizia per Youns El Bousettaoui sia stata lanciata non dai partiti di opposizione ma da un gruppetto di giovanissimi antifascisti vogheresi, «Noi Siamo Idee». Il loro appello, non condiviso con altre organizzazioni, conteneva dure critiche nei confronti delle forze dell’ordine e del Partito democratico. I ragazzi hanno scritto che il Pd, «con un tweet di Enrico Letta, percepisce il problema delle armi e auspica che a detenerle siano solo carabinieri e polizia, ignorando che anche le forze dell’ordine hanno spesso comportamenti vergognosi».

L’APPELLO DI «NOI Siamo Idee» è girato via social e in un paio di giorni – insieme a un altro appello alla riunione di piazza della famiglia El Bousettaoui – ha scatenato la partecipazione di ieri a una manifestazione che autorizzata come presidio statico si è trasformata in un corteo, attraversando via Gramsci e viale Marx per arrivare a sostare davanti al Comune in piazza del Duomo e poi proseguire per le strade del centro, mentre la famiglia El Bousettaoui e l’Anpi – che a differenza della Cgil ha aderito ufficialmente alla manifestazione – sono rimasti in piazza Meardi.

La sorella di Youns dal megafono aveva invitato alla calma: «Se c’è qualcuno che vuole fare baccano, non c’entra niente con noi».
La cittadina dell’Oltrepò pavese ha temuto scontri, che si sono sfiorati davanti al Comune quando un poliziotto ha reagito a una provocazione, ma non vi sono stati incidenti. La tensione era stata accesa venerdì pomeriggio da un avviso della sindaca agli esercenti, nel quale durante la manifestazione invitava a «valutare la chiusura della propria attività» nella zona di piazza Meardi.

POI IN SERATA, dopo avere negato per giorni dichiarazioni ai giornalisti, Garlaschelli ha parlato con un video: «È successo qualcosa di molto grave che ci induce a riflettere profondamente. È morta una persona in circostanze drammatiche e un assessore della mia giunta, persona stimata e rispettata in città, di cui abbiamo apprezzato il lavoro di questi mesi, è stato travolto da un fatto tragico». Nessun accenno allo sparo e alla responsabilità di un assessore che per la sua abitudine a passeggiare con il colpo in canna veniva chiamato «lo sceriffo». Adriatici si è autosospeso, mentre il Pd locale ha chiesto che la sindaca gli tolga le deleghe (sul sito del Comune, Adriatici risulta ancora assessore alla Sicurezza e alla Polizia locale, nonostante la sindaca ne abbia assunto i compiti).

CALATA LA TENSIONE di ieri, ora una parte della città attende gli sviluppi della vicenda con la speranza che si possa creare ancora più partecipazione in sostegno della famiglia El Bousettaoui. Marcella Barbieri, responsabile dell’Associazione «Insieme» che da quasi trent’anni a Voghera aiuta le comunità immigrate e che ieri era in piazza Meardi, sottolinea: «È evidente che a questa manifestazione mancano i vogheresi. Anche la comunità immigrata qui non è molto presente: hanno timore».

Il Pd per ieri mattina aveva organizzato un banchetto in piazza Duomo sul tema della sanità in Lombardia, riconvertito all’ultimo in presidio sulla sicurezza: il senatore Alan Ferrari ha chiesto il ritiro delle deleghe all’assessore comunale della Lega Francesca Miracca (indagata per voto di scambio) perché al Foglio, sulla manifestazione di ieri pomeriggio, aveva detto: «Spariamo davvero, mi sa: assoldo i miei operai e scendiamo noi in piazza».

IL CONSIGLIERE REGIONALE del Pd Giuseppe Villani haannunciato al il manifesto che «probabilmente organizzeremo a giorni una grande manifestazione su sicurezza, inclusione e protezione sociale, in piazza Meardi a Voghera, con ministri e dirigenti nazionali del partito. Stiamo lavorando per avere tutte le opposizioni e le associazioni che si occupano di questioni sociali». Vedremo.