Al suo terzo album, The Choice (Parole e dintorni /Sony Music), titolo molto più che un intendimento, una ragione di vita e non solo musicale, Giuseppina Torre, pianista e compositrice d’origine siciliana, ma ormai da qualche anno stabilmente a Milano, sceglie di decidere. Di decidere quale viaggio deve compiere la sua musica e quale deve essere il suo modo di suonare. L’itinerario è un solo pieno di suoni, per riempirlo si è affidata alla produzione esecutiva di Riccardo Vitanza e alla supervisione artistica di Roberto Cacciapaglia e il risultato si ascolta. Eccome, se si ascolta. E si avverte una diversa maturità.
Nove brani, titoli come Another life, Moving Skies, Time to change, riflettono l’esigenza della compositrice di addentrarsi ancor più nella propria sfera interiore. Una delle scelte è stata esistenziale nell’abbandonare, in un anno cruciale come il 2021 con il Covid che andava verso la sua seconda ondata, un porto sicuro come Vittoria per andare alla ricerca di nuovi stimoli in una città come Milano che offre molte più opportunità per un musicista. Queste cose le ha dette nella conversazione intrattenuta sul disco:«ho le mie influenze, per lo più compositori classici Schumann suonato da Magaloff, Mendelssohn, e tra i contemporanei Michael Nyman e Ludovico Einaudi. Mi piace come suona Lang Lang». Con Cacciapaglia, conosciuto in una delle edizioni di Piano City, si è avvertita subito un’affinità elettiva che ha portato alla nostra collaborazione». «I brani gli sono piaciuti molto e il concept stesso del disco che parla della libertà di scegliere lo ha immediatamente interessato». Giuseppina Torre ha già provato gli umori del pubblico internazionale suonando con successo The Choice in alcuni festival. La aspettano in quest’estate e nel prossimo autunno concerti in Italia.