Se la faccenda non fosse tremendamente seria e drammatica, verrebbe da dire che i colloqui italiani di domenica scorsa tra il Segretario di Stato americano John Kerry e il Ministro degli esteri russo Sergej Lavrov hanno fatto una vittima italiana. A Tallinn è stato arrestato ieri Giulietto Chiesa, ex europarlamentare e corrispondente per oltre vent’anni da Mosca de La Stampa e l’Unità. Ancora in serata non era chiara la motivazione del fermo. Chiesa era rientrato in albergo dopo aver partecipato nella capitale estone alla conferenza «La Russia è nemica dell’Europa?» e lì gli agenti gli hanno notificato il fermo (sembra, di 48 ore), al termine del quale verrà espulso dal Paese; secondo il suo avvocato, con la motivazione di «persona non gradita». «È un fatto molto grave – ha detto il legale di Chiesa – una violazione dei diritti politici». Mentre veniva portato al commissariato, il giornalista italiano ha saputo dagli agenti che esisteva per lui un mandato di espulsione del ministero degli esteri estone. Mentre scriviamo, Giulietto Chiesa sarebbe ancora trattenuto al commissariato di polizia di Tallin.

È facile immaginare che l’attività giornalistica di Giulietto Chiesa – attualmente, oltre a vari interventi su blog e testate giornalistiche italiane, su megachip.globalist.it e la sua Pandora TV e anche su siti russi – lo abbia da tempo reso veramente «non grato» ai poteri dei paesi baltici. Da tempo Chiesa, profondo conoscitore delle questioni russe e molto legato alla figura di Mikhail Gorbaciov, si è fatto difensore delle minoranze russofone, praticamente prive di diritti in paesi come Estonia, Lettonia e Lituania. In passato Chiesa era stato candidato dalla minoranza russa in Lettonia a rappresentarla al Parlamento europeo. Il gesto del governo estone, alla faccia della proclamata libertà democratica, manda a dire che ogni voce che oggi metta in dubbio nelle ex Repubbliche sovietiche del Baltico la linea tracciata di marcata adesione ai progetti Nato, di riarmo accelerato e schieramento bellico ai confini con la Russia, non può che ricevere il trattamento di «persona non gradita». Tanto più alla luce anche delle ultime risoluzioni del Congresso Usa sull’Ucraina, cui Chiesa non ha mai cessato di opporre un punto di vista obiettivo, in contrasto con chi si sbraccia per presentare davvero «la Russia nemica dell’Europa».