Il primo pensiero va ai «colleghi» che non ci sono più, gli uomini di cinema scomparsi in questi mesi: Ugo Gregoretti, Mattia Torre e Pietro Coccia che Andrea Purgatori -nuovo presidente delle Giornate degli Autori – ha ricordato ieri alla presentazione della 16esima edizione della sezione indipendente del Festival di Venezia. A concorrere dal 28 agosto al 7 settembre per il premio assegnato dai 28 giovani giurati provenienti da ogni paese dell’Unione Europea – Uk compreso nonostante lo spettro imminente della Brexit – un solo titolo italiano: Cinque è il numero perfetto (nelle sale dal 29 agosto), esordio alla regia dell’autore di graphic novel Igort tratto da un suo omonimo romanzo a fumetti. Protagonisti Toni Servillo e Valeria Golino nella storia – ambientata a Napoli negli anni ’70 – di un sicario in pensione.

IL PROGRAMMA di quest’anno, dice la selezionatrice Gaia Furrer, «accoglie molto cinema di genere, dall’horror al melodramma», a partire dalla commedia d’esordio – sono quattro le opere prime in concorso – di Manele Labidi, Arab Blues, con Golshifteh Farahani nei panni di una psicanalista che dalla Francia torna a Tunisi per aprire il suo studio in città. In programma anche The Long Walk di Mattie Do, A Bigger World di Fabienne Berthaud, Beware of Children di Dag Johan Haugerud, Corpus Christi di Jan Komasa, They Say Nothing Stays the Same di Jo Odagiri e Lingua Franca di Isabel Sandoval .

FILO ROSSO della selezione, continua Furrer, è una sorta di «ritorno alla spiritualità» come nel caso di You Will Die at 20 di Amjad Abu Alala – in cui uno stregone predice la morte del protagonista al compimento dei vent’anni. O anche di La Llorona di Jayro Bustamante (premio Alfred Bauer alla Berlinale 2015 con Volcano), «in cui il mito della Donna Piangente viene usato per parlare del genocidio del popolo Maya durante la guerra civile in Guatemala».

Il film d’apertura sarà Only the Animals di Dominik Moll, mentre chiude la selezione fuori concorso Time of the Untamed di Bartabas. Fra gli eventi speciali il nuovo documentario di Gianfranco Pannone, Scherza con i fanti, realizzato con le immagini d’archivio dell’Istituto Luce. E poi Mondo sexy di Mario Sesti, Mio fratello rincorre i dinosauri di Stefano Cipani, Il prigioniero di Federico Olivetti e Burning Cane di Philip Youmans, vincitore del Tribeca Film Festival con cui le Giornate continuano il loro «gemellaggio».

I cortometraggi dell’ottava edizione dei Miu Miu Women’s Tales saranno invece Shako Mako di Hailey Gates e Brigitte di Lynne Ramsay. Alla villa degli Autori al Lido ci sarà anche Marco Bellocchio, che terrà una masterclass come pure Margarethe Von Trotta, premio alla carriera dell’Isola di Edipo che inaugura una collaborazione con le Giornate portando alle Notti Veneziane alla Villa anche il restauro di Bless their Little Hearts di Billy Woodberry. Fra i film in programma delle Notti c’è La legge degli spazi bianchi di Mauro Caputo, tratto da un racconto di Giorgio Pressburger.

INAUGURA le Giornate, il 27 agosto, il premio Bookciak azione!, mentre i 28 giurati parteciperanno inoltre a workshop e dibattiti sui tre film finalisti del Premio Lux del Parlamento europeo, che quest’anno sono Cold Case Hammarskjöld di Mads Brügger, God Exists, Her Name Is Petrunya di Teona Strugar Mitevska e The Realm di Rodrigo Sorogoyen.