C’era una volta una bambina che si sentiva sola, abitava con la mamma ma il papà quando poteva andava a trovarla e lei era sempre felicissima quando accadeva. Poi una notte il papà rimase a dormire e non se ne andò più e tutto sembrava tornato a girare per il verso giusto come sulla giostra sfrenata del Pincio. La Pasqua cadeva qualche giorno dopo e il papà propose di andare tutti nella casa del nonno in campagna. La bambina era affascinata da quel luogo che immaginava pieno di posti segreti. Ogni volta conosceva qualcuno di nuovo che, alla fine, si rivelava sempre un suo parente, come se la famiglia paterna fosse un polipo i cui tentacoli si moltiplicavano solo a girarsi un momento dall’altra parte. Anche quella volta fu così. Il primo giorno le venne presentato il coetaneo cugino col ciuffo che provò a insegnarle a tenere in mano una racchetta da ping-pong.

Il secondo giorno comparvero all’orizzonte circondate dalla luce del tramonto, come due divinità greche appena scese dall’Olimpo, due ragazze più grandi di lei, che di sicuro andavano già alle medie, se non al liceo. Erano un opposto che cammina: una mora una bionda, una bassa una alta, una seria e una faceta. La bambina non capiva come comportarsi con loro, se avevano voglia di parlare con lei o la considerano solamente una mezza calzetta per via della differenza di età. Smise di preoccuparsene perché il papà disse che l’indomani ci sarebbe stata una caccia al tesoro a casa della sua amica d’infanzia.

Per fare festa con la mamma si mise a dipingere tantissime uova sode: portarle in dono sarebbe stato un bel gesto. Alle tre e mezzo del giorno di Pasqua partirono, tre macchine diverse, lei, la sua mamma e il suo papà, e gli altri cugini appena conosciuti. Sarebbe stata una grande giornata. E l’idea di rivedere la sua compagna di di banco, di giochi di tutti i giorni la rincuorava parecchio. In macchina la bimba soffre la macchina: troppe curve. Appena arriva va in cucina a bere un bicchiere d’acqua e si abbraccia con l’amica. Svolge le presentazioni: la Bionda, la Mora, il Ciuffo che forse fa subito gli occhi languidi all’Amica.

Le due cugine grandi se ne vanno a fare un giro, forse alla ricerca di qualcuno meno piccolo di loro. Le bambine sono euforiche, insieme ma non a scuola, non in città: in campagna! L’amica le mostra la sua stanza, piena di Topolino e poster strani americani (la mamma viene da lì). Poi le chiamano da giù, la caccia sta per cominciare. Vanno. La bambina scopre dall’amica che gli oggetti nascosti tra i cespugli sono uova sode colorate da lei e suo fratello, esattamente come quelle che ha fatto qualche ora prima lei con la mamma. Ecco l’illuminazione furtiva arrivare. Chiede al padre le chiavi della macchina, avevano completamente dimenticato il regalo. Si fanno mettere in squadra da sole, lei e la sua amica del cuore. Corrono via per l’aia. Ridono, spensierate col panierino in mano: questo giorno è il più bello della sua vita Dopo una mezz’ora la caccia al tesoro è finita. Tutti si presentano a un giudice per fare la conta del malloppo.

Le bambine si mettono in coda per ultime. Vincono su tutta la linea avendone ‘trovate’ tredici. Vengono celebrate meglio che a un’olimpiade. Mentre ricevono con un ingenuo sorriso sulle labbra i complimenti degli adulti ecco comparire una chioma bionda che si avvicina al giudice e contesta la vittoria. Le ha portate nostra cugina da casa, le ha fatte prima, con la madre. Tutti a ridere. I genitori delle bambine, gli invitati, i genitori della ragazza bionda invidiosa forse della loro immaturità, i grandi e i piccoli tutti ridono. Tutti a mangiare la cioccolata, che troppe uova sode fanno male alla pancia! Una esortazione a entrare dentro ad aprire le uova quelle con la sorpresa, comprate al supermercato. La ragazza bionda resta fuori con la sorella fino a che non si è fatta l’ora di andare. Non si è mai capito cosa le fosse preso.

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