Nel corpo del cinema canadese in lingua francese del secolo scorso il nome indispensabile quello del quebecois Gilles Carle (1929-2009), inizialmente scrittore, critico e autore televisivo, padrone già dai primi documentari di una tecnica disinvolta e di una originalità di stile distintivi. Insieme a «Red», «Les corps celestes» e «L’ange et la femme», attenzione a due suoi titoli degli anni Settanta. Il primo, «La mort d’un bucheron» (1973), vede la giovane Marie Chapdelaine abbandonare la madre e la provinciale Chibougamau per raggiungere Montreal, alla ricerca di un padre mai conosciuto. In città la ragazza si imbatte in un ex-boscaiolo adesso...