Nel corpo del cinema canadese in lingua francese del secolo scorso il nome indispensabile quello del quebecois Gilles Carle (1929-2009), inizialmente scrittore, critico e autore televisivo, padrone già dai primi documentari di una tecnica disinvolta e di una originalità di stile distintivi. Insieme a «Red», «Les corps celestes» e «L’ange et la femme», attenzione a due suoi titoli degli anni Settanta. Il primo, «La mort d’un bucheron» (1973), vede la giovane Marie Chapdelaine abbandonare la madre e la provinciale Chibougamau per raggiungere Montreal, alla ricerca di un padre mai conosciuto. In città la ragazza si imbatte in un ex-boscaiolo adesso titolare di un bar, che ha conosciuto il suo genitore, un giornalista, una scrittrice e Blanche Bellefeuille, che fu l’amante del padre. Costretta a dare spettacolo di sé come cantante e performer per estorcere la verità sulla scomparsa dell’uomo ai suoi sfruttatori, Marie dovrà mantenere nervi saldi prima di sapere se quest’ultimo sia vivo o morto… Presentato a Cannes e con protagonista Carole Laure («Sweet Movie» di Makavejev), compagna del regista col quale girò sette film, «La mort…» trae spunto da un classico della letteratura francofona, «Marie Chapdelaine» di Louis Hèmon, occasione di feroce sguardo drammatico – in forma di commedia – sul Capitale e i suoi meccanismi di annientamento dei destini individuali. In «La tête de Normande St-Onge» (1975), invece – sempre Carole Laure e sempre a Montreal – una modesta impiegata di farmacia con sogni di affermazione nella danza classica, vive l’angoscia quotidiana relativa alla sorte della madre, confinata per volontà di un parente in un ospedale psichiatrico.

Per Normande, insofferente al rigore capzioso dell’istituzione, l’unica chance resta quella di portare via con sé l’anziana donna, non potendo però far di più che accudirla nella sua comunità di marginali, la sorella tossica Pierrette, il debosciato Bouliane, fidanzato di Normande, e un curioso personaggio dalle doti «magiche», Carol, anch’esso bisognoso di accoglienza… Quando la strampalata famiglia riceverà una notifica di sfratto – dato che lo stabile dove vivono sta per essere demolito per costruirci sopra un ristorante – l’equilibrio già fragilissimo della protagonista subisce un colpo troppo ben assestato per farvi ragionevolmente fronte, aprendo forzatamente le porte a una mentale feerie difensiva tutta da inventare. Dalle basse temperature canadesi un altro modo di intendere le sindromi asteniche, l’elogio dei reietti e la romantica pantomima di un’altra vita bouleversante. Entrambi i film disponibili dal prossimo dicembre in scintillanti versioni blu-ray grazie agli specialisti francesi in cult e rarità di Le Chat Qui Fume (www.lechatquifume.com)