Le operazioni partiranno lunedì alle prime luci dell’alba, quando i venti di nordest previsti quel giorno non avranno alcun impatto sul mare circostante il porticciolo dell’Isola del Giglio. Lì dove un gigante del mare, lungo 300 metri e pesante 114 mila tonnellate, semi sommerso da venti mesi, dovrà essere riportato in posizione verticale. «Un’impresa mai tentata prima», ricorda Franco Gabrielli. Poche parole che fanno capire bene cosa significhi il «parbuckling», la rotazione del relitto della Costa Concordia. Fino a farla adagiare su un fondale artificiale pesante 18 mila tonnellate, costruito con 1.180 sacchi di malta di cemento e con sei piattaforme sorrette da 21 pali conficcati nella roccia a una profondità media di 9 metri.

Nelle previsioni dei tecnici l’opera di rotazione dovrebbe durare 12 ore. Il tempo necessario per far ruotare il relitto di circa 65 gradi. Per prima cosa si dovrà disincagliare la Costa Concordia dai due speroni di roccia che hanno in parte bucato lo scafo, impedendo alla nave di scivolare nella scarpata marina sottostante. Per smuovere il relitto sarà fornita una forza di circa 24 mila tonnellate, grazie a trentasei martinetti idraulici telecomandati, agganciati a nove degli undici cassoni sistemati sul lato emerso della nave. Dopo essere stata «tirata» fuori dalle rocce – 56 le catene installate, ciascuna lunga 58 metri e pesante 26 tonnellate – partirà la rotazione vera e propria, attuata meccanicamente fino ai 20 gradi. A quel punto, aiutata dal peso dei cassoni che inizieranno a essere riempiti d’acqua, la Concordia dovrebbe progressivamente raggiungere la posizione verticale.

«Tutte le fasi del progetto – ha puntualizzato Gabrielli – sono state approvate. Lunedì ci sarà la prova del nove e vedremo i riscontri del lavoro fatto in questi mesi. I modelli preparati per il parbuckling indicano come remota la possibilità di rottura della nave. Ma i rischi maggiori per la riuscita del progetto sono proprio la capacità della struttura di resistere agli sforzi cui sarà sottoposta».

«Dobbiamo procedere prima che arrivi lo scirocco – ha proseguitoo Nick Sloane della Titan-Micoperi – è il momento ideale». Sono pronti all’azione 120 subacquei, 70 saldatori e carpentieri, 60 tecnici e piloti, 60 addetti alla logistica, 50 ingegneri, 140 membri dell’equipaggio a bordo di 30 mezzi navali e 10 biologi. Pronti anche cameramen e giornalisti di mezzo mondo.

Se tutto andrà come previsto, dopo il ritorno in asse della Concordia saranno recuperati i corpi della passeggera Maria Grazia Trecarichi e del membro dell’equipaggio Russel Rebelli, i due ancora dispersi delle 32 vittime del disastro. Poi i tecnici dovranno verificare lo stato della fiancata di dritta, quella sommersa, prima di montare altri 15 cassoni che assicureranno il galleggiamento per il viaggio finale della Concordia. Operazioni che richiederanno mesi. E dopo? «Se sarà pronto – certifica Gabrielli – il porto di Piombino accoglierà il relitto per le procedure di smantellamento».