È stato ufficialmente inaugurato ieri, alla presenza del presidente egiziano Abdel Fatah al Sisi e dell’amministratore delegato dell’Eni Claudio Descalzi, il giacimento di gas super giant di Zohr, già entrato in produzione nel dicembre scorso.

Scoperto dall’Eni nel 2015, a circa 190 chilometri a nord di Port Said, costato 12 miliardi di dollari di investimento (in parte ripagati al Cane-a-sei-zampe dai partner russi e dal Qatar in cambio di una cessione di quote), con tempi di messa in produzione da record, Zohr è il più grande giacimento offshore del Mediterraneo e consentirà all’Egitto di essere autosufficiente per il gas a metà di quest’anno. Le partecipazioni nella concessione di Shorouk, dove sorge Zohr, sono al 60 % di Eni, al 10 % di Bp e al 30 % della russa Rosneft, principale azienda russa e compagnia energetica più grande del mondo.

Durante la cerimonia Al Sisi ha parlato anche di Giulio Regeni, il cui corpo martoriato fu ritrovato il 3 febbraio 2016 durante la visita di una delegazione italiana al Cairo guidata all’allora ministro dello Sviluppo, Federica Guidi. Al Sisi ha detto ieri, in rapida successione: «Non abbandoneremo il caso Regeni finché non saranno individuati i responsabili» e «l’Italia è il paese più vicino all’Egitto, un paese fraterno».