Un concerto all’alba di Rita Marcotulli ed uno serale del trio di Tullio de Piscopo (29 agosto) hanno contrassegnato la fase conclusiva del 34° «Gezziamoci».
Il recital finale ci sarà il 9 settembre a Montescaglioso, con il quartetto di Alfio Antico. L’esibizione mattutina della Marcotulli è iniziata, per il pubblico, con un trekking urbano lungo le strade deserte di Matera, verso le 5,30, per giungere attraverso varie tappe al chiostro di Sant’Agostino. Alle 6.30 circa la pianista si è seduta al suo strumento mentre il Sole iniziava a sorgere e ha regalato al pubblico un recital intenso e variegato. «Ogni momento del giorno ha un’energia diversa e suonare di mattina presto non è come farlo di sera» ha detto Rita Marcotulli e attraverso una decina di brani ha ripercorso le sue fonti di ispirazione, tra cui il cinema. Verso la conclusione ha inanellato l’arioso e solare tema de La strada invisibile (scritto per Basilicata coast to coast), un brano ritmico ed effervescente ispirato al Truffaut di Baci rubati, Lady Madonna dei Beatles in una rilettura funky e, per il bis, El negro Zumbon scritto da Armando Trovajoli per Anna di Alberto Lattuada, interpretato con originalità in un flusso pianistico carico di energia.

A questo climax la Marcotulli è arrivata gradualmente, attraverso momenti più meditativi (tra cui un sognante «Over the Rainbow») e propri brani in cui confluiscono jazz, musica brasiliana e classica, con un tocco sempre personale e sperimentazioni timbriche con la cordiera. Musica ispirata, sensibile, trasversale, personale.

«GEZZIAMOCI» ha ospitato artisti italiani e internazionali, tra cui Mimmo Campanale 7tet, Stefania Tallini e Fabio Giachino, due trii chitarristici di gran pregio con Bill Frisell e Kurt Rosenwinkel. Si diceva il territorio, dato che il jazz è risuonato anche in provincia a Miglionico (castello del Malconsiglio), Metaponto (tempio di Apollo Licio, Museo Nazionale, Lido) e a Montescaglioso (abbazia di San Michele Arcangelo) per far conoscere luoghi incantevoli in una rispettosa dimensione.

La proposta di «Gezziamoci» è progettata da più realtà collegate (Onyx Jazz Club Matera; Onyx Ambiente; Onyx Fotografia; Onyx Libro, presidio del libro) con la collaborazione di ministero della cultura, enti locali, associazioni. Oltre al jazz ne fanno parte itinerari storico-musicali nei musei, percorsi guidati di oli e vini, aperitivi con presentazioni librarie, trekking urbani. Nel capoluogo lucano vari concerti si sono svolti sulla terrazza del Palazzo Lanfranchi (magnifico il grande dipinto «Lucania 1961» di Carlo Levi, ospitato nelle sue stanze, come l’affaccio sui Sassi e sulla Murgia) o nel Giardino Hotel del Campo.
Il 27 agosto la terrazza ha ospitato in prima nazionale il progetto «Giovanni Amato & Strings» in cui il valente trombettista-flicornista ha unito il proprio combo (Marco Castellano, Marco De Tilla, Pasquale Fiore) ad un nonetto con archi e legni, diretto da Giovanni Di Napoli: jazz e strumentario classico. Nel recital materano si sono alternati brani in quartetto con altri arricchiti dagli arrangiamenti per il nonetto (originali di Amato e qualche standard). Il progetto ha scontato l’esiguità delle prove mostrando una limitata fluidità, senza nulla negare alla classe solistica del leader e al buon livello generale di tutti i musicisti.

IL 28 È STATO il trio Kàla – con la Marcotulli, il contrabbassista Ares Tavolazzi e il batterista Alfredo Golino – ad esibirsi a Palazzo Lanfranchi. Formazione ricca di interplay e costruita da tre personalità sonore tese alla ricerca di territori comuni, ha brillato sia nelle composizioni della pianista (dalla variegata e percussiva Indaco alla sperimentale Dialog) sia nelle riletture. Si tratti di Napul’ è di Pino Daniele o della malinconica I Think It’s Go to Rain di Randy Newman, il trio Kàla trova sempre una chiave originale per interpretare e «risignificare» le musiche altrui, mostrando inoltre il piacere di suonare e comunicare con il pubblico. Intensi sia il fascino sonoro che gli applausi.