È una durissima iniziativa che segna discontinuità con l’era Alemanno: Ignazio Marino ieri ha rimosso con un’ordinanza i vertici di Roma metropolitane, la società che ha incarico in maniera esclusiva la realizzazione di nuove linee di metropolitane, oltre al prolungamento e l’ampliamento di quelle attualmente esistenti. la scelta è maturata dopo continui scontri tra i vertici dell’azienda e l’amministrazione di centrosinistra, in particolare attorno alla realizzazione della metropolitana C, in cui da mesi si registrano blocchi dei lavori, aumento della spesa e ritardi, «un livello di criticità tale da far dubitare dell’affidabilità dell’attuale gestione aziendale, in particolar modo rispetto alle scadenze dei tempi di realizzazione della linea C della metropolitana – rileva in una nota il Campidoglio – del cui rispetto l’attuale compagine manageriale era ben consapevole da tempo e che ha dimostrato di non saper gestire in maniera adeguata, rischiando di compromettere la realizzazione dell’opera».

Così Massimo Palombi presidente, Andrea Laudato e Massimo Nardi consiglieri del Cda e Luigi Napoli dg, nominati dall’ex Sindaco Gianni Alemanno lasceranno le loro poltrone.

Se Roma metropolitane volta pagina, continuano i guai per quanto riguarda il bilancio 2014 che l’Aula Giulio Cesare dovrà approvare entro luglio. Un bilancio fatto di tagli e aumento delle tasse, grazie anche alle rigide maglie del piano di rientro dettato dal così detto «Salva Roma» e che metterà a dura prova la maggioranza di Marino, che si dovrà preparare ad affrontare una valanga di emendamenti sia del centrodestra sia della stessa maggioranza, con Sel e Pd che chiedono più trasferimenti ai municipi e finanziamenti alla cultura e alla manutenzione stradale.

Il grido di allarme arriva soprattutto per il sociale. Con il bilancio presentato dalla giunta i servizi sarebbero garantiti fino al prossimo 30 settembre, per poi sperare nei soldi che si sbloccheranno dal patto di stabilità con l’approvazione in aula del «Salva Roma». Ieri cooperative, associazioni di volontariato e operatori del terzo settore hanno denunciato la situazione drammatica a cui potrebbero portare i tagli.

Stando ai conti fatti dal «Roma Social Pride», e presentati da Carlo De Angelis, si parla di circa «271 milioni, a fronte dei 400 stanziati nel 2012». I tagli porterebbero alla chiusura dei servizi nei campi rom, ai progetti di prevenzione nei quartieri a rischio, di sostegno alla nuove povertà e molto altro. «Questo succede mentre l’Istat ci continua a raccontare dell’aumento della povertà nella nostra città – prosegue De Angelis – quello che chiediamo è il ripristino dei fondi almeno ai livelli del 2008».