Saranno due donne a ricevere quest’anno i Leoni per la Danza della Biennale di Venezia. Nel primo anno di direzione artistica del Dipartimento Danza, il coreografo britannico Wayne McGregor, classe 1970, tra i maggiori autori del panorama mondiale di oggi, ha puntato sulla franco-senegalese Germaine Acogny, madre della danza contemporanea africana, e sulla giovane nord-irlandese Oona Doherty.

ACOGNY, classe 1944, riceverà al Festival il Leone d’Oro alla carriera. Artista formidabile, grande pedagoga oltre che danzatrice e coreografa, Germaine Acogny è il nome cardine del Mudra Afrique di Dakar, la famosa scuola fondata nel 1977 dal padre del balletto moderno, Maurice Béjart, un centro che ha fatto la differenza per lo sviluppo della danza africana. Un percorso potente che Acogny ha consolidato con la creazione nel 2004 dell’École des Sables, un luogo d’intreccio tra le danze tradizionali africane e contemporanee, fondato a Toubab Dialaw, in Senegal.

Questa la motivazione del Leone d’Oro: «Germaine Acogny è un’artista di altissima qualità e massima. Il suo contributo alla formazione nella danza e nella coreografia dei giovani dell’Africa occidentale e l’ampia diffusione del suo lavoro nel Paese d’origine e nel mondo hanno fatto di lei una delle voci autonome che più hanno inciso sullo sviluppo dell’arte della danza. Acogny crede nel potere della danza di cambiare la vita delle persone e si è sempre impegnata a condividere la sua passione come atto di trasformazione e di rigenerazione».

LA 34ENNE Oona Doherty riceverà il Leone d’Argento. Danzatrice e coreografa fuori dal coro, rappresenta una visione calata nelle problematiche dell’oggi. Dalla motivazione di McGregor: «Gli interessi e le passioni di Doherty e il suo istintivo essere controcorrente non si sono mai incontrati con il mondo della danza istituzionale. Ispirata dalla cultura club e da una danza fuori dalle regole, Doherty ha affinato la sua arte per tentativi, con un approccio creativo poco ortodosso, senza filtri e coraggioso. Significativo nel suo lavoro è come riesca a raggiungere e parlare a quanti di solito non vanno a teatro. La sua danza comunica superando confini e generazioni, va dritta al cuore come una freccia».

Al festival, che si terrà dal 23 luglio all’1 agosto, Acogny porta l’assolo Somewhere at the Beginning, pezzo autobiografico che racconta il rapporto di forza dell’artista con il padre e il legame ancestrale con la nonna Aloopho, nome dato al famoso studio a cielo aperto dell’École des Sables.
Doherty è in scena con Hard to be Soft – A Belfast Prayer, combattivo pezzo di gruppo su machismo e violenza: una preghiera che consegna al pubblico un messaggio di pace globale.

VENERDÌ scadono intanto i bandi internazionali per l’iscrizione alla Biennale College, programma di sviluppo professionale di tre mesi, aperto a 20 danzatori e 5 danzatori-coreografi fino ai 30 anni d’età. Un progetto che alcuni hanno criticato via social per il fatto che i giovani nel College andranno in scena al festival senza essere pagati. Ma il College è un educational program, gratuito per chi vi entra, come le performance. Tre mesi a Venezia per un programma di studio intenso. Lo stesso McGregor guida un focus sul Physical Thinking, e tra i coreografi/docenti c’è la graffiante Crystal Pite, già danzatrice di Forsythe, oggi autrice tra le più interessanti del panorama internazionale.