Il Bergamo Film Meeting 42a edizione guarda stavolta all’Europa occidentale per il suo ricercato focus sul cinema d’animazione d’autore, concentrandosi su nuove leve di artisti portoghesi. «Gerações X/Y» è infatti il titolo della sezione e, in discontinuità con le consuete personali su singoli autori, presenta una panoramica sulle attuali tendenze dell’animazione indipendente lusitana.

Sono 6 autori selezionati, menzionati, premiati ai maggiori festival di settore nel mondo da Annecy a Zagabria, ognuno portatore di poetiche, tecniche e stili propri riconoscibili: Marta Monteiro (1973), il duo Vasco Sá (1979) e David Doutel (1983), Alexandra Ramires (1987), Laura Gonçalves (1988) e João Gonzalez (1996).

Alle spalle hanno una storia, ancora contemporanea, di cinema a passo uno, talvolta artigianale, a cui hanno contribuito artisti come Abi Feijó (Clandestino), Regina Pessoa (A Noite, nonché il manifesto ufficiale del prossimo festival di Annecy), José Miguel Ribeiro (A Suspeita) che hanno saputo aprire porte e passare testimoni, anche collaborando con i nuovi colleghi. In comune hanno tratti di senso di appartenenza alle proprie radici, l’approccio soggettivo forte ma non egocentrico, la sobrietà che sa essere festosa e l’umanità solida pur quando minata dagli eventi e dalle singole ossessioni.

Sono caratteristiche che ritroviamo in João Gonzalez, il più giovane regista della pattuglia portoghese al BFM, illustratore e pianista, specializzatosi alla britannica Royal College of Art dopo la laurea all’Escola Superior de Media Artes e Design (ESMAD). Qui ha realizzato i cortometraggi The Voyager (2017) e Nestor (2019). Nel 2022, con il film Ice Merchants è diventato il primo regista portoghese di film d’animazione ad essere premiato al Festival di Cannes, vincendo il premio per il miglior cortometraggio in competizione a La Semaine de la Critique. La maturità creativa di Gonzalez cresce in ogni opera, come ben si vede nei 14′ di Mercanti di ghiaccio dove ogni giorno padre e figlio si lanciano con paracadute dalla loro casa, attaccata alla roccia, nell’abisso per scendere al villaggio nella valle dove vendono il ghiaccio che producono. Giorno dopo giorno, seppur con variazioni di punto di vista e di ritmi narrativi, si ripetono gli stessi routine, gesti, perdite di cappello in volo, riacquisto di copricapo, risalite parzialmente in moto, pasti, ma con graduali cambiamenti fino al paradossale esito finale. Senza dialoghi, la particolare colonna sonora composta dal regista è efficace contrappunto al silenzio naturale, mentre la grafica è solida e pulita con dominanti rosso segnale e blu zaffiro. Coabitano qui, come negli altri suoi corti prima, stabilità e precarietà (ben sintetizzata dalla casa), ordinaria quotidianità e straordinarietà situazionale, equilibrio e ossessività. Simili peculiarità ritroviamo nel precedente Nestor con l’incessante oscillazione, ad effetto mal di mare per lo spettatore, caratterizzante la vita del protagonista solitario sulla barca verde mare, in compagnia insana delle sue manie ripetitive.

Decisamente leggiadra nel segno e nei suoni è l’animazione di Laura Gonçalves, scorrevole come le ballate cantate e le carrellate simulate per raccontare storie familiari di relazioni e radici. Disegnando su carta, perlopiù con calde tinte tenui, integrando sobriamente con il computer, l’autrice ricrea scene di vita paesana in cui trasmette con partecipazione il senso di appartenenza e di comunità. Lo si vede già al suo primo corto animato Três Semanas em Dezembro (Tre settimane in dicembre), storia personale che esalta i legami familiari nella sua città natale Belmonte. Raffigurare, registrare suoni e voci autentiche, documentare momenti di vita domestica e del suo retroterra sociale è cifra costante nell’opera di Gonçalves, partendo da schizzi che restituisce in forma di diario illustrato in movimento. Le anziane che preparano le delizie tradizionali, un signore con bastone e coppola seduto fuori accanto a una bottiglia semivuota e un salume incignato, mentre un cane lascia il suo segno liquido sul muro poco distante fino alla partita a domino e la figura del nonno a cui è dedicato questo film di 6’13”: sono tutti dettagli e frammenti che si susseguono nel comporre un quadro sereno basato sulle piccole cose semplici della realtà, al suon di fisarmonica suonata a valzer.

L’opera prima è dello stesso 2013 in cui l’artista si trasferisce a Porto, dove inizia a lavorare presso «Bando à Parte» come animatrice e pittrice. Nel 2015 co-dirige il cortometraggio Nossa Senhora Da Apresentação, poesia animata in stop-motion, insieme a Abi Feijó, Alice Guimarães e Daniela Duarte. Due anni dopo co-dirige con Alexandra Ramires (Xá) il cortometraggio d’animazione Água Mole (Goccia a goccia), in cui il vento -metafora di modernizzazione e ricerca di benessere materiale- si porta via, poco per volta fra chi emigra e chi va a studiare o lavorare altrove, gli abitanti del paese fino allo spopolamento quasi totale. Le voci narranti sono frutto delle interviste agli abitanti rimasti. Attualmente lavora presso la cooperativa BAP – Animation Studio, di cui è membro fondatore con Vasco Sá, David Doutel e Alexandra Ramires. Qui dirige il suo film più recente, O Homem Do Lixo (The Garbage Man, 2022), prodotto da «Bando à Parte» e vincitore del Gran Premio al festival di Zagabria. In questo documentario animato Gonçalves porta a un livello superiore le componenti stilistiche, poetiche e narrative delineate sin dal suo esordio. Stavolta ricostruisce la vita dello zio Botaño, grazie alle testimonianze raccolte a tavola in famiglia in un caldo pomeriggio d’agosto. Ne emerge un uomo dalla vita vissuta bene e che ha saputo rendere felici gli altri, nonostante le durezze di oltre 30 anni passati altrove, dalla guerra coloniale in Angola sotto la dittatura di Salazar al lavoro in Francia come robivecchi riciclatore. Dalle linee leggere si passa anche attraverso tinte fosche nei momenti bui di miseria e morte e gli interni familiari si estendono nel racconto alle strade popolose di Parigi, ma soprattutto dominano vitalità, calore umano, la buona tavola e musica revitalizzante.