L’energia imprenditoriale della Compagnia delle Indie aveva sostenuto per due secoli e mezzo l’impero anglo-indiano, vasto quanto un continente. Gigantesco coacervo di lingue, genti, piccoli e splendidi reami, arcaici riti, inserito a sua insaputa nel più vasto gioco della politica internazionale. Nel Settecento ci fu un genere letterario nuovo e ardito, il romanzo, in grado di circoscrivere e districare quel tessuto umano fervente di vita, incalzato da una spinta aliena che procedeva secondo ragioni e necessità sue proprie. L’occhio dell’Occidente aveva guidato i primi indelebili passi di Defoe sul molle terreno dell’isola immaginaria e reale. Ci fu Kipling, nel secolo...