Musica ed esistenza di Gaetano Liguori (pianista, compositore, didatta, viaggiatore internazionalista, sognatore, militante politico) sono state e sono così intense da sembrare frutto di più vite. È il sessantaquattrenne jazzista milanese a raccontarle con precisione da cronista in Confesso che ho suonato (con Agostino Matranga, Skira, pp.216, euro 16).
Liguori apre nella narrazione spazi sociologici e di riflessione estetico-filosofica: pur rimanendo nel solco dell’autobiografia, il pianista ricostruisca un’esistenza artistica che, negli anni ’70 come nel periodo successivo, si è strettamente intrecciata con una generazione che voleva cambiare il mondo in senso rivoluzionario, libertario e comunista (non «sovietico»), con quella generazione «dalla parte del torto» a cui appartiene la famiglia de. Nel capitoletto «Note amare per Sabra e Chatila» si parla della conoscenza e dell’amicizia con Stefano Chiarini e della comune lotta per la libertà del popolo palestinese, causa a cui Liguori dedicò nel 1976 la Cantata Rossa per Tall El Zaatar in cui coinvolse il poeta Giulio Stocchi e il cantante Demetrio Stratos (ristampato in cd da Radio Popolare nel 2001).

Con il nostro giornale il pianista realizzò nel 2002 Il Comandante, album intensamente politico che rinnovava un impegno in realtà mai rinnegato ma trasformatosi nel tempo attraverso esperienze, viaggi, ricerche ed il costante desiderio di mettersi alla prova e di interrogare sé stesso ed il mondo.«Come tenere insieme Che Guevara e Sant’Agostino, Dario Fo e i gesuiti, le lotte studentesche ed operaie degli anni settanta e la ricerca teologica di Sergio Quinzio?» è la domanda di Gianni Barbacetto in«Confesso che ho suonato» appare come una complessiva, a tratti avvincente (con qualche punta di egocentrismo) risposta alla questione. Liguori ha raccolto e seminato davvero moltissimo e la sua storia si legge d’un fiato scandita in Ouverture; Primo Tempo. Allegro; Variazioni 1. Terzo Tempo. Allegretto; Quarto Tempo. Finale.

Vi si parla di periferia, contestazione, sinistra extraparlamentare, Gruppo Contemporaneo e Idea Trio, Collective Orchestra, viaggi che cambiano la vita (Cuba, Amazzonia, Eritrea, Senegal, Nicaragua, Gerusalemme, Sarajevo, Beirut, Bagdad, Damasco…), Bull Records, cinema, teatro e Dario Fo, album (da Cile Libero Cile Rosso, 1974, a NOI credevamo… e crediamo ancora”, 2011), spedizioni di solidarietà nel mondo, Lino Liguori, Massimo Urbani, Guido Mazzon… «(…) Prima di suonare ricordo a voce – racconta Liguori in Per cominciare… – che eravamo in quella piazza (p.zza del Duomo, ndr) con il desiderio di cambiare il mondo e anche se ora siamo in un palazzo simbolo del potere (p. Reale, ndr), non ci è passata la voglia di lottare>>. «Per continuare…»

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